Correva l’anno 2003 e il Rijksmuseum di Amsterdam, che custodisce la più grande collezione di opere d’arte del periodo d’oro dell’arte fiamminga (1584-1702) e una considerevole collezione asiatica, chiudeva le porte per rimettersi in sesto. Il risultato dell’operazione è stato svelato al pubblico sabato scorso, il 13 aprile 2013, quando alla presenza della regina Beatrice, sovrana del Belgio che dovrebbe abdicare a breve, il museo ha rivelato tutta l’ingegnosità concentrata nella nuova versione.
E se per l’esterno gli architetti sevigliani Antonio Cruz et Antonio Ortiz incaricati dei lavori, hanno preferito rispettare la struttura originale caratteristica del grande edificio neogotigo eretto tra il 1876 e il 1885 da Petrus Josephus Hubertus Cuypers, buona parte del labirintico interno precedente è stata spazzata via per lasciare il posto ad una divisione degli spazi più coerente e fruibile. Il tutto sormontato dalle due sale del terzo piano nelle quali sono ospitate le collezioni del XX° secolo, 14.500 m2 di superficie illuminata in gran parte da una bella luce naturale.
Una trasformazione completa sia strutturale che concettuale che si integra con il tessuto urbano della città, come dimostra una curiosità tratta da Le Monde

Le due corti interne sono state scavate e coperte da un tetto trasparente. Una serve da hall, un po’ come la piramide del Louvre di I. M. Pei. E a chi si stupisce che a tale scopo non sia stato utilizzato il portico centrale si risponderà “democrazia partecipativa”: il sindacato locale dei ciclisti (Fietsersbond) ha chiesto e ottenuto che il corridoio coperto che attraversa l’edificio sia lasciato aperto alla circolazione delle biciclette.

Ma anche un riadattamento che rispecchia uno spirito che si vuole fortemente cronologico e che ha portato a spostare gran parte delle opere tranne la “Ronda di notte”, noto anche sotto il titolo di “La compagnia del Capitano Frans Banning Cocq”, dipinto ad olio di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, un’autentica “fierezza dei luoghi”, che è stata lasciata nella medesima sala occupata in precedenza.

E pazienza se per comprendere il testo del video in olandese ci vuole il traduttore, non potevamo certo perderci la faccia di Gullit…

Via | rijksmuseum.nl

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ultimo aggiornamento: 16-04-2013