La soluzione è stata discussa dal presidente e da una commissione guidata da Pierre Lescure, giornalista e fondatore di Canal+ ritenendo opportuno una tassazione dell’ 1% sulla tecnologia di Apple, Sansung e Google con la prospettiva di ben 86 milioni di euro in più da investire in cultura.
La cultura trattata alla stregue di una necessità di prim’ordine, come quello della luce e dell’acqua, sarà la base per un nuovo rilancio del settore francese, con l’aiuto di quello sempre crescente della tecnologia, in cui si spendono 4 miliardi di euro l’anno.

Quando si parla di cultura si chiamano in causa molti settori: la musica, l’arte, i beni culturali, il cinema, l’editoria e gli eventi connessi allo svago (spesso troppo elitario). E viene spontaneo pensare all’Italia e a tutti quei luoghi che offrono servizi culturali trovando i finanziamenti dai privati con la speranza di non vederli esaurire mai. Nonostante si riesca ad investire, non senza grandi sforzi, i ritorni economici sembrano ancora riservati a “pochi e invisibili eletti”. La cultura in una grande fase di disaffezione da parte del pubblico più vasto sta cambiando la sua fisionomia e da unificatrice sociale sulla base di una comunicazione universale e di scambio si trasforma in un momento di puro, intrattenimento.

Al termine cultura si lega sempre più spesso quello di “industria” un paradosso, un ossimoro che entra in conflitto con la situazione reale. Un industria di nome e non di fatto a cui nessuno sembra crederci fino ad oggi che Hollande tra una promessa non mantenuta verso il popolo francese ed un buon proposito cerca di risollevare le sorti, almeno morali, della Cultura.

Foto Da Eoi.es e Euronews

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ultimo aggiornamento: 15-05-2013