Se prima era solo a ballare l’Hully Gully adesso sono in cinque a ballare l’Hully Gully. Maurizio Cattelan rincara la dose e dà vita ad una nuova e provocatoria installazione che moltiplica la celebre e sempre discussa opera del 2007 dal titolo Untitled.

Aveva annunciato solo due anni fa, durante la vasta retrospettiva a lui dedicata dal prestigioso Guggenheim Museum di New York, il suo ritiro dalla scena dell’arte contemporanea. Ma così non fu. L’artista italiano più provocatorio e conosciuto in tutto il mondo torna sotto le luci della ribalta e lo fa con il suo solito aplomb.

In esposizione alla Fondazione Beyeler di Basilea, e proprio in questi giorni di opening e via ufficiale dell’importante kermesse svizzera dell’Art Basel 2013, c’è Kaputt, un’opera firmata da Maurizio Cattelan che già sta facendo parlare tutto il web e ha nuovamente attirato tutti i riflettori sul maestro dei coup de théâtre.

L’ultimo progetto espositivo prevede infatti la moltiplicazione del cavallo imbalsamato, mutilato e conficcato nel muro presentato nel 2007. L’installazione Kaputt porta ora ben cinque versioni dell’Untitled sulla parete del rinomato polo museale della Beyeler disegnato da Renzo Piano. L’opera resterà accessibile al pubblico fino al 6 ottobre 2013 e sancisce il ritorno di Cattelan sul palcoscenico dell’arte contemporanea, o quasi.

Ad intrattenere i giornalisti durante la conferenza stampa Cattelan infatti non è presente, al suo posto c’è l’autorevole critico d’arte nostrano Francesco Bonami a fare le veci d’artista. Bonami che oltre a sostituirsi a Cattelan al vernissage ha anche redatto un testo visionario di accompagnamento all’opera. Ed ecco invece il commento del critico ai cinque cavalli di Cattelan sospesi nel nulla del tempo:

I cinque cavalli sono in qualche modo diversi dai singoli cavalli che Cattelan ha presentato in passato. Il cavallo solitario è una sorta di tentativo di fuggire la solitudine, sensazione che l’artista sta combattendo costantemente. Il salto, lo sforzo è delirante eppure eroico. I cinque cavalli trasformano invece l’illusione in panico, fuggono in una fuga precipitosa e lo sforzo individuale è una folla febbrile. Si tratta di un esodo quello a cui stiamo assistendo, non ad una ricerca di libertà. Come i cavalli di Malaparte in Finlandia che scappano dal lago ghiacciato, i cavalli di Cattelan non cercano la libertà, ma la sopravvivenza.

Via | Daringtodo

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ultimo aggiornamento: 14-06-2013