La presenza delle donne nei consigli di amministrazione ha effetti positivi per le società, migliora la qualità complessiva del personale e aumenta anche il fatturato. È questo il risultato del Quaderno di ricerca della Consob dedicata alla Gender diversity e alle performance delle società quotate in Italia. Lo studio ha analizzato i fatturati e i dati delle società italiane quotate nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016, in modo da poter valutare il prima e il dopo l’aggiunta delle quote rosa che risale al 2011.

La presenza delle donne diventa positiva e fa la differenza se le quote rosa raggiungono almeno il 17 – 20% L’ingresso delle donne nei cda è andato a modificare le caratteristiche dei consigli di amministrazione, si è infatti abbassata l’età media ma è aumentata la diversità di età tra i componenti intorno al tavolo, il background professionale e il livello di istruzione. I cda sono dunque più variegati e, in teoria ma anche all’atto pratico, competenze e background diversi, possono migliorare le prestazioni complessive.

Lo studio analizza l’impatto della legge Golfo – Mosca che dal 2011, che ha imposto una presenza minima obbligatoria di quote rosa nei board, lo scopo è quello di valutare i risultati sul lungo periodo comparando il prima e il dopo. La legge ha funzionato ed è stata applicata, nel 2010 le donne erano solo il 7%, nel 2016 erano già aumentate al 33,6%, sono solo il 6,6% le società che non si sono allineate alla legge sulle quote rosa.

Ovviamente i miglioramenti non sono dovuti al “rosa” della quota, ma alle competenze, alla professionalità e alla voglia di emergere che hanno le donne, all’impegno che mettono per dimostrare di non essere da meno dei colleghi uomini. Le donne, storicamente, hanno sempre dovuto sgobbare il doppio per ottenere la metà rispetto agli uomini, e il fatto che, dati alla mano, la loro presenza aiuta la crescita delle aziende è solo l’ennesima dimostrazione del fatto che a noi donne basta una chance seria, non serve altro.

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ultimo aggiornamento: 21-09-2018