Tira brutta aria al Grenier des Grands-Augustins, uno dei più noti atelier parigini di Pablo Picasso, teatro dell’impeto che nel 1937 diede vita a Guernica, e ormai minacciato di chiusura. Perché se il primo luogo che vide il dispiegarsi dell’incredibile creatività dell’artista conserva unicamente qualche lieve indicazione del suo passaggio all’inizio del secolo scorso, anche il sottotetto nel quale venne alla luce, sotto l’occhio vigile di Dora Maar, uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte, finora tutelato e visitabile, potrebbe chiudere le porte. L’allarme arriva dritto dal Comité national pour l’Education artistique, l’associazione che si occupa da anni di organizzarvi manifestazioni culturali e che si batte ormai per proteggerlo.
Perché il Grenier, ubicato al numero 7, della rue des Grands-Augustins, nel VI° arrondissement di Parigi, potrebbe seguire il destino dell’Hôtel de Savoie. Il problema è che, secondo un atto di proprietà risalente al 1923, l’edificio appartiene collettivamente agli huissiers de Paris et de la petite Couronne parisienne rappresentati dalla Chambre des huissiers de justice de Paris (CHJP), che desidera venderlo in blocco, avviando una vistosa ristrutturazione che inquieta soprattutto in merito alla destinazione dell’intero edificio in seguito ai lavori, sulla quale circolano numerose voci di corridoio, secondo le quali potrebbe essere trasformato in hotel di lusso.

Una grande mobilitazione per dichiarare il luogo protetto


Ma parecchie personalità si sono levate contro la possibile perdita di un tale luogo di interesse storico-artistico, riunite in un comitato di sostegno animato dal fotografo Lucien Clergue, amico di Picasso e presidente de l’Académie des Beaux-Arts, con altri esponenti come l’attrice Charlotte Rampling, il violinista Didier Lockwood e tanti altri nomi noti oltralpe. L’obiettivo comune è quello di far inserire il luogo nella lista dei monumenti storici dello stato, come richiesto dal CNEA e ribadito dallo stesso Clergue in una lettera inviata a fine marzo al presidente Hollande. Missiva la cui risposta, resa pubblica, ha dimostrato l’interesse del politico e il coinvolgimento del ministro della Cultura Aurélie Filippetti. Non resta che attendere la risposta, che dovrebbe cadere tra pochi giorni, il 3 luglio 2013, sperando, come si augurano anche da Libération Next, che il CNEA non sia sfrattato, come Picasso nel 1955.

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ultimo aggiornamento: 21-06-2013