Lo sport è vita! Affermazione semplice – e semplicistica? – che nessuno ha mai negato. In questo caso, come in molti altri simili, la suddetta frase può trovare pieno riscontro: oggi parliamo di Esther Vergeer, tennista olandese che non perde un match da ben 470 partite.

Vi sembra una notizia singolare, inverosimile, poco nota ai più, non interessante? Nulla di tutto questo, speriamo, poiché le partite che Esther gioca, e vince, le disputa seduta su una seda a rotelle. Volet eun po’ di dati? La tennista olandese trentunenne non perde un incontro da 10 anni, è la numero 1 del mondo dal 1999, ha vinto 42 titoli dello Slam e 7 medaglie d’oro, ha perso solo 25 partite, vincendone 687 e, come vi dicevamo, le ultime 470 consecutivamente.

Come forse alcuni sapranno, il tennis tradizionale ha un circuito parallelo: il “Wheelchair tennis tour”. Parliamo di uno sport che ha alcune regole diverse da quelle a cui siamo abituati: su tutte il doppio rimbalzo, che permette di compensare i limiti di mobilità ma che nella sostanza rimane pur sempre molto simile al gioco a cui è ispirato. Gli atleti in sedia a rotelle disputano gli Slam e i tornei più importanti in contemporanea con i campioni ATP e WTA e spesso ne diventano esempio e stimolo.

Tornando ad Esther e ai suoi primati, la sportiva che ha vinto tutto avrebbe deciso di ritirarsi. Lo ha annunciato a Rotterdam, uno dei tornei che ha sempre vinto:

Sono enormemente orgogliosa per quello che ho fatto, la mia carriera, i miei titoli. Non ho altro da dover aggiungere a questa mia carriera. Magari si dedicherà allo sci nordico, pensando a Sochi. Ma è presto ancora per dirlo.

Esther aveva otto anni quando fu ricoverata in ospedale e subì un’operazione alla spina dorsale per correggere un’anomalia alle vene che aveva sin dalla nascita. Una operazione rischiosa, che le salvò la vita e che le ha impedito di camminare, ma non di sognare.

Cominciai a fare tanti sport differenti, dal volley seduti al tennis da tavolo, dalla ginnastica al tennis e, in particolare, al basket in carrozzina, quello che mi appassionava di più.

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ultimo aggiornamento: 13-02-2013