Tutte le ultime notizie sul caso di Yara Gambirasio dal 9 aprile le potete leggere su questa pagina.

L’appello del sindaco di Rovetta

08 aprile 2013 – 0re 12.24.

A San Lorenzo di Rovetta tutti parlano del presunto figlio di Giuseppe Guarinoni che si vivrebbe proprio in questa città e che sarebbe il probabile assassino di Yara. Nella frazione di Rovetta non si parla d’altro e oggi interviene il sindaco, Stefano Savolderlli, che invita le persone a conoscenza di qualche fatto utile alle indagini di parlare, ma solamente nelle sedi opportune, dagli inquirenti. Inutile, secondo il sindaco di Rovetta, il rincorrersi di voci nelle piazze del paese. (p.c.)

La questione richiede grande responsabilità e grande equilibrio. Inutile parlarne al bar o in piazza: se qualcuno ha ricordi precisi, lo dica ai carabinieri.

I cittadini di San Lorenzo di Rovetta non credono che il killer abiti lì

7 aprile 2013 – ore 13.00

C’è agitazione e stupore a San Lorenzo di Rovetta, il paese dove dovrebbe risiedere la mamma del killer di Yara Gambirasio. Per le strade della piccola frazione della Val Seriana tutti cercano di ricordare qualcosa che possa essere utile alle indagini e al tempo stesso c’è anche un po’ d’incredulità. Come mai la testimonianza è stata raccolta solo adesso? Yara è morta alla fine del 2010 e del figlio illegittimo si parla da almeno un anno. Una cittadina, Caterina Benzoni, all’Eco di Bergamo ha dichiarato (v.r):

È ora che trovino il suo assassino e se sarà del nostro paese, pazienza. L’importante è che si sappia la verità. Ma dubito che si debba cercare a San Lorenzo: ho 84 anni e non mi ricordo di una donna che negli anni ’60 abbia avuto un figlio non riconosciuto.

La madre del killer dovrebbe abitare in una frazione di Rovetta

6 aprile 2013 – ore 13.15
Si stringono le indagini per scovare l’assassino di Yara. La ricerca della madre del killer è ora circoscritta a una frazione di Rovetta, San Lorenzo, in Val Seriana. La testimonianza dell’ex collega dell’autista di Gorno sta fornendo davvero ottimi dettagli confermando la pista (l’unica) battuta dagli inquirenti. Ovvero, che Giovanni Guerinoni è il padre biologico dell’uomo che ha ucciso la bambina. La madre dovrebbe quindi essere una signora con poco più di 70 anni e un figlio di circa 50.

Come si è arrivati a quest’ipotesi? È stato comparato il materiale genetico trovato sugli abiti di Yara con migliaia di Dna prelevati nella Bergamasca. I test di un ragazzo e dei suoi zii sono risultati simili, ma non uguali. A questo punto i Ris hanno prelevato il Dna di tutta la famiglia Guerinoni e quello dell’uomo morto nel 1999, che è risultato compatibile. Ecco l’ipotesi quindi dell’esistenza di un figlio illegittimo, ora confermata dalla testimonianza dell’ex collega (v.r).

Interrogato nuovamente Mohamed Fikri

5 aprile 2013 – ore 20.30
E’ stato nuovamente interrogato Mohamed Fikri dal pm Letizia Ruggeri, che sta seguendo l’indagine sulla morte di Yara Gambirasio. Ricordiamo che il marocchino non è più indagato per omicidio, ma per favoreggiamento verso ignoti. Purtroppo non si conoscono i contenuti della conversazione, avvenuta oggi in procura a Bergamo, si sa solo che l’interrogatorio è durato circa 4 ore. Il pm nei prossimi giorni ascolterà ancora una volta l’ex fidanzata di Fikri, Fatiha Sabri, il suo ex datore di lavoro e anche il custode del cantiere di Mapello, Federico Anni, la sera del 3 dicembre 2010 (v.r).

Il papà del killer confidò a un amico: “Ho un figlio segreto”

5 aprile – ore 09.50
Le indagini per scoprire chi sia il killer della piccola Yara Gambirasio dovrebbero essere sulla strada giusta. Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999, il cui corpo è stato riesumato i primi di marzo, avrebbe confessato circa 50 anni fa a dei colleghi di aver avuto un figlio segreto fuori dal matrimonio. Secondo gli inquirenti questo figlio potrebbe essere l’assassino. A raccontarlo è stato proprio un collega, che ha detto:

È una donna di queste zone. Un giorno Guerinoni mi disse del fattaccio: aveva messo nei guai una ragazza con cui aveva una relazione. Sarà stato il 1962 o il 1963, lei non era sposata. Non so cosa sia successo, perché a Giuseppe non avevo più chiesto nulla. Secondo me lei è ancora viva, era più giovane di noi, dico noi perché ho la stessa età di Guerinoni.

Sarà vero? Sicuramente la testimonianza potrebbe essere una conferma importante e aggiungerebbe un altro indizio all’identikit: l’assassino, infatti, avrebbe circa 50 anni. Detto ciò, la pista è ancora tutta da confermare (v.r.).

Il prete di Borsano: “Che la morte di Yara possa produrre del bene”

3 aprile 2013: ore 10.30
Continuano le ricerche dell’assassino di Yara Gambirasio. La morte della ragazzina ha davvero scosso tutta Italia e, sabato, nella chiesa di Borsano si è pregato per lei. A ricordare la ragazza, come riporta La Provincia di Varese, è stato don Davide Rota, sacerdote bergamasco molto vicino alla famiglia di Yara e alla comunità di Brembate (v.r.).

Come cristiani abbiamo la speranza che il sacrificio di questa ragazza, pur così incomprensibile, possa produrre del bene in futuro. Qualcosa del genere è già successo, ad esempio nel periodo delle ricerche: quante persone hanno cercato Yara durante quei tre mesi: in ogni angolo, in ogni anfratto. Quanto bene si è messo in moto. Purtroppo tutto quell’amore non è bastato a preservare Yara da una tragica fine.

L’omicidio di Yara, uno dei casi più seguiti dal 2002

28 marzo 2013 – ore 11.42
Il caso di Yara Gambirasio è uno dei più seguiti in tv ed anche uno di quelli che ha colpito maggiormente l’opinione pubblica. Secondo i dati dell’Osservatorio di Pavia, inseriti nel report dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, la vicenda della piccola Yara è tra le prime dieci notizie trattate nei servizi dei tg di Rai e Mediaset. I dati si riferiscono al periodo che va dal primo gennaio 2002 al 31 dicembre 2011.

Il caso di Yara, scomparsa da Brembate Sopra nel novembre del 2010, è diventato in breve tempo il più trattato dai telegiornali, con 835 servizi. Si trova al quarto posto: prima di lei il delitto di Meredith Kercher a Perugia (1.222 notizie dal novembre 2007), l’omicidio di Sarah Scazzi (1.374 notizie dall’agosto 2010) e il delitto di Samuele Lorenzi a (2.042 notizie dal 2002).(p.c.)

Mohamed Fikri presente al momento dell’omicidio

25 marzo 2013 – ore 10.50.
Mohamed Fikri ha assistito all’omicidio di Yara Gambirasio, questa la convinzione del Gip, nata in merito all’ascolto delle intercettazioni telefoniche tradotte nella nostra lingua. Anche se altre traduzioni avrebbero negato questa ipotesi, per il GIP è ancora molto forte, tanto che il manovale marocchino rimane accusato di favoreggiamento. Le indiscrezioni rivelate dal settimanale Oggi, infatti, sottolineano come Ezia Maccora sia convinta del fatto che Fikri fosse presente. In un’intercettazione del 3 dicembre 2010 la fidanzata del marocchino le chiede espressamente il luogo dove Yara è stata uccisa e lui risponde vicino al cancello dove lui lavorava all’epoca. Queste parole potrebbero segnare una svolta nelle indagini!(p.c.)

Uomo minacciava ragazzini su Facebook, “Farai la fine di Yara”

22 marzo 2013 – ore 22.30.
Denunciato a Biella un uomo che molestava le ragazzine su Facebook. Prima richiedeva l’amicizia sul social network a ragazzini e ragazzine, poi li molestava con domande imbarazzanti. Quando i malcapitati si rifiutavano di dargli risposta, li minacciava di morte:

Farai la fine di Yara Gambirasio.

L’uomo denunciato alla polizia postale di Biella è un milanese di 44 anni: la polizia ha sequestrato il suo computer. L’uomo dovrà rispondere delle accuse di molestie, ingiurie e minacce gravi nei confronti di minori. Sarebbero sei i ragazzini biellisi coinvolti nel caso.(p.c.)

Morto Antonio Manganelli, capo della Polizia che seguì il caso

20 marzo – ore 15.20.
Oggi è morto Antonio Manganelli, comandante in capo della Polizia di Stato, che da circa tre settimane era ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni di Roma, a causa di un edema cerebrale occorso il 24 febbraio 2013. Il capo della polizia, che era stato operato d’urgenza, è peggiorato nelle ultime ore: a capo del Dipartimento di pubblica sicurezza dal 25 giugno del 2007, fu proprio Antonio Manganelli ad occuparsi del sequestro di Yara Gambirasio. In una visita avvenuta il 13 gennaio 2011 alla Questura di Bergamo, si era espresso con questi termini:

Sul caso di Yara gli investigatori stanno lavorando senza guardare l’orologio, senza guardare a Natale e Capodanno e senza lasciare niente di intentato.

(p.c.)

Nuovi interrogatori per Roberto Benozzo e Federico Anni

19 marzo – ore 10.08.
Il pm Letizia Ruggeri, che si occupa di coordinare l’inchiesta, dopo i dati emersi dalle intercettazioni telefoniche tra Fikri e la sua fidanzata (intercettazioni sulle quali alcuni hanno dei dubbi per la traduzione che è stata fatta), sarebbe intenzionata a disporre nuovi interrogatori. In particolare, potrebbero essere richiamati Roberto Benozzo, ex datore di lavoro di Fikri, e Federico Anni, custode del cantiere di Mapello al tempo della morte di Yara. In particolare i nuovi interrogatori verterebbero su un sms che Benozzo inviò ad un’amica dopo che Fikri venne bloccato sul traghetto che lo doveva portare in Marocco e che fanno presuppore che l’uomo fosse al corrente di quanto successo:

Brutte notizie. Hanno fermato il mio operaio.

(p.c.)

Le intercettazioni telefoniche tra Mohamed Fikri e la fidanzata

18 marzo – ore 14.40.

Nuove rivelazioni sul caso della morte di Yara Gambirasio, grazie ad alcune intercettazioni telefoniche tra Mohamed Fikri, prima accusato dell’omicidio e ora accusato solo di favoreggiamento, e la fidanzata. Secondo quanto emerso da questi documenti, infatti, l’omicidio potrebbe essere avvenuto sotto gli occhi del manovale, come sospettato dal gip Ezia Maccora, che avrebbe predisposto già altri interrogatori.

Il settimanale Oggi e il sito TgCom riportano alcune intercettazioni, nelle quali Fikri parla a Fatiha: una del 3 dicembre 2010 riporta una domanda della fidanzata:

Ma il posto dove l’hanno uccisa è vicino al posto dove lavoravi o un po’ più lontano?

Domanda alla quale lui risponde:

E’ vicino. E’ vicino al cancello.

Nella stessa giornata Fikri piange al telefono con la fidanzata:

Oggi le tue parole non mi sono piaciute proprio, soprattutto quando mi hai chiesto di perdonarti. Mi sono detta: perché devo perdonarti… Non c’è motivo per il quale ti devo perdonare.

(p.c.)

La storia di Yara Gambirasio a Quarto Grado

15 marzo – ore 09.30.
Mentre è grande l’attesa per i nuovi interrogatori a Fikri e alla sua fidanzata, per fugare ogni dubbio sul ruolo del giovane marocchino nel caso della morte di Yara Gambirasio, nella puntata del 15 marzo di Quarto Grado, il programma condotto da Salvo Sottile in onda su Rete4, si parlerà di questo e altri casi di femminicidio. Non solo Yara, ma anche il punto sulla situazione delle indagini per le morti di Sarah Scazzi, Lucia Manca, oltre che di Roberta Ragusa e Daniela Sabotig. (p.c.)

L’attesa per i nuovi interrogatori per Fikri e la sua fidanzata

13 marzo – ore 09.30.
Cresce l’attesa per i nuovi interrogatori legati alla morte di Yara Gambirasio. Il pm, infatti, dovrà sentire nuovamente Fikri, insieme alla sua fidanzata. Letizia Ruggeri, pubblico ministero che si occupa del caso, sottoporrà l’operaio marocchino ad un nuovo interrogatorio, dopo che il gip Ezia Maccora aveva archiviato il fascicolo relativo al suo coinvolgimento nella morte di Yara, aprendone un altro con l’accusa di favoreggiamento.

Con questi nuovi interrogatori il gip vuole fugare ogni dubbio in merito ad alcune incongruenze che devono essere approfondite, come l’assenza di una ricostruzione alternativa. Per questo motivo il magistrato sentirà lui e la sua fidanzata dell’epoca (nel frattempo si sono lasciati), Fatiha Sabri, oltre che il suo ex datore di lavoro, Roberto Benozzo, e Federico Anni, custode del cantiere di Mapello. (p.c.)

Il genetista: l’assassino potrebbe essere un figlio illegittimo

11 marzo – ore 10
Fa chiarezza sulle indagini il famoso genetista Giuseppe Novelli, consulente della famiglia Gambirasio, spiegando come si sia arrivati alla pista di Gorno e come si possa pensare che Giuseppe Guerinoni sia il padre biologico dell’assassino di Yara Gambirasio durante un’intervista a Il Giorno. Il primo passo è stato lavorare su Dna isolati da carabinieri e polizia e poi compararli su quello “ignoto 1”, che ha lasciato tracce biologiche sugli indumenti di Yara. Durante il lavoro è stata confermata la compatibilità fra il Dna di un parente di Guerinoni e quello di Yara. Come si è arrivati a pensare sia il padre? (v.r)

Quando si è visto che il Dna dei due figli maschi di Guerinoni non era compatibile, ci si è posti la domanda: di chi è? In teoria si sarebbe potuto pensare a un fratello, ma gli inquirenti lo hanno escluso. L’ipotesi più probabile, scaturita dal calcolo, ha suggerito l’ipotesi di un possibile figlio illegittimo. Il Dna di “ignoto 1” appartiene con una probabilità di oltre il 99 per cento a una persona imparentata in primo grado con Guerinoni.

La fidanzata di Fikri sarà interrogata dai Pm

9 marzo – ore 10
La posizione dell’ operaio marocchino Fikri è ancora tutta da chiarire e resta per il momento l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Oltre all’uomo, gli investigatori hanno deciso di ascoltare la fidanzata Fatiha Sabri, l’ex datore di lavoro Roberto Benozzo e il custode del cantiere. Destano ancora molti dubbi le tre telefonate fatte dall’operaio e le relative traduzioni. All’interno delle conversazioni c’è una frase molto equivoca, tradotta da alcuni “Allah, perdonami, non l’ho uccisa io”, mentre per altri potrebbe voler semplicemente dire “Allah, perché non passa?”. Ovviamente quest’ultima tesi scagionerebbe Fikri. (v.r)

Conclusi i prelievi su Guerinoni, la salma torna al cimitero

8 marzo – ore 15.30
La salma di Giuseppe Guerinoni, il presunto padre biologico dell’assassino di Yara Gambirasio, è tornata al cimitero di Gorno. Ieri mattina alle 7 è stato riesumato il corpo e trasferito all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, per prelevare campioni di tessuto (probabilmente dalla tibia) al fine di effettuare un nuovo test del Dna. Finiti i prelievi Guerinoni è stato ricollocato nella tomba. Ci vorranno circa tre mesi per gli esiti ufficiali, anche se questi esami sono considerati uno “scrupolo”. La riesumazione, infatti, serve per confermare i test già effettuati sulla saliva, reperita sulla marca da bollo della patente di guida dell’uomo (v.r).

Avvocato dei Gambirasio: “Fiduciosi di trovare il killer”

8 marzo – 10.00
Ci vorranno circa tre mesi per sapere se Giuseppe Guerinone, l’uomo riesumato ieri, sia il padre biologico del presunto assassino di Yara Gambirasio. Intanto, gli inquirenti stanno analizzando anche il Dna di migliaia di potenziali madri del colpevole, al fine di trovare il killer incrociando i dati. Non sarà per nulla facile, ma l’avvocato Enrico Pelillo, legale della famiglia di Yara, è fiducioso che questa strada possa portare a una svolta
(v.r):

Il mio consulente aveva chiesto di riesumare la salma a giugno. Visto che c’era il cadavere perché accontentarsi di un francobollo leccato? Ora spero che si possa avere la certezza che questo è davvero il padre dell’assassino. Per ora è una speranza.

L’ipotesi di Chi l’ha visto: tre omicidi collegati

7 marzo – Ore 12.00
Mentre si attendono gli esiti degli esami del DNA annunciati oggi, va dato conto del fatto che ieri sera Chi l’ha visto? ha azzardato nuove ipotesi sul caso Yara Gambirasio: è possibile che ci siano ben tre omicidi correlati? L’ipotesi lanciata dalla trasmissione condotta da Federica Sciarelli collega la morte della Gambirasio con quella di una giovane donna indiana, Sarbjit Kaur (che secondo gli inquirenti, però, si sarebbe suicidata, nonostante la famiglia lo escluda categoricamente) e con quella di Eddy Marone Castillo (un giovane dominicano, secondo gli inquirenti ucciso per questioni di droga).
(a.p)

Riesumato il cadavere del presunto killer di Yara Gambirasio

7 marzo
Continuano le indagini per scoprire chi ha ucciso la piccola Yara Gambirasio. Questa mattina, alle 7.30, c’è stata la riesumazione della salma dell’autista di Gorno, Giuseppe Guerinoni sospettato di essere il padre naturale del presunto assassino. È un passaggio molto delicato, perché attraverso il test del Dna effettuabile su un prelievo di tessuto si potrebbe arrivare alla svolta definitiva.

La bara è stata estratta in pochi minuti, dopo 10 anni di eterno riposo, ed è stata trasferita in un luogo sconosciuto, dove Cristina Cattaneo, consulente del pubblico ministero, e Giorgio Portera, consulente della famiglia Gambirasio, dovranno effettuare il prelievo del campione di tessuto. Ma chi è questo signore e perché si è trasformato in un “testimone” chiave?

Giuseppe Guerinone è morto nel 1999 a 61 anni e dovrebbe essere il padre dell’uomo che ha lasciato tracce biologiche su Yara, reperite sia sugli slip sua sui leggings della bambina. L’obiettivo ora è quello di verificare se il calcolo del genetista Emiliano Giardina sia affidabile. Questo esperto, infatti, attraverso il calcolo biostatistico e l’esame di una marca da bollo sulla patente dello scomparso e alcuni francobolli sostiene che ci sia un legame di parentela tra l’assassino e questo signore.

In difesa della signora Maura e del signor Fulvio Gambirasio, i genitori della piccola Yara, partecipa all’esame (il campione deve essere prelevato dalla tibia) anche il genetista forense Giorgio Portera, che in passato è stato escluso dagli esami. Purtroppo non si avrà in tempi brevi un responso: ci vorranno circa 3 mesi per saperne di più e forse capire chi ha ucciso Yara.
(v.r)

Foto | Crimeblog
Via | Corriere

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ultimo aggiornamento: 08-04-2013