Nell’ultimo decennio lo scenario è notevolmente cambiato: il significato di “successo” a livello professionale è passato da “guadagnare uno stipendio alto” (59% ieri e 46% oggi) a “trovare il giusto equilibrio tra carriera e vita privata” (61% oggi e 36% ieri). Tenendo in considerazione la differenza tra ieri e oggi vediamo ancora che l’importanza attribuita ad “avere un lavoro interessante” è diminuito dal 57% al 54%, “quello che ho sempre sognato di fare” sale dal 42% al 47%, “avere una posizione di responsabilità” scende dal 35% al 27%. Equilibrio tra carriere e vita privata: è questa la sfida più grande per le donne lavoratrici italiane ma anche di tutto il mondo.

Le professioniste di tutto il mondo si sentono sicure della carriera che hanno intrapreso e sono ottimiste riguardo la possibilità di realizzarsi sia nella vita lavorativa sia in quella privata. Il 57% delle intervistate italiane ha dichiarato che si può avere tutto: una carriera appagante, una relazione e anche dei figli. A livello mondiale invece la percentuale sale fino al 74%, sebbene all’inverso, il 43% delle donne italiane ritiene impossibile avere tutto.

Alla domanda “diresti di aver avuto una carriera di successo fino ad oggi?“, il 58% delle italiane sostiene di “si”, in particolar modo le donne che vivono in Campania, Lazio ed Emilia Romagna, ma solo il 7% si dichiara assolutamente soddisfatto. In generale 2 donne italiane su 3 ritengono che il successo derivi anche da un ambiente di lavoro flessibile, maggior presenza femminile a livelli più alti, una legislazione che supporti i genitori che lavorano, e – un po’ di meno – opportunità di leadership.

Con l’avanzare della carriera lavorativa, la definizione che le donne danno del successo sembra essersi trasformata. Le moderne professioniste non si battono solo per ottenere una posizione di maggiore influenza o uno stipendio più elevato. Le donne di oggi sono molto più inclini a individuare la chiave del successo nell’avere un lavoro interessante e soddisfacente, e nel riuscire a bilanciare carriera e famiglia”, ha dichiarato Marcello Albergoni, Senior Sales Manager e portavoce di LinkedIn Italia.

In merito alla questione “quanto influiscono i figli sulla carriera”, le donne si spaccano tra mamme e non mamme. A livello globale ha risposto “si” il 70% delle appartenenti al primo gruppo, e poco meno del 62% quelle appartenenti al secondo. Lo studio ha rivelato che in Italia il 49% delle intervistate mette sullo stesso livello figli e carriera (li vuole entrambi), il 32% ama i propri figli ma non riesce ad essere una mamma a tempo pieno e, infine, solo il 20% dichiara di amare il proprio lavoro ma non quanto i propri figli, per cui la carriera passa in secondo piano.

Ma gli ostacoli per le donne non sono finiti qui, altri – e non molto simpatici – devono essere messi in conto. Nel mondo il 44% delle donne lavoratrici intervistate ha identificato la disparità di stipendio (rispetto agli uomini) come uno dei maggiori problemi per l’avanzamento professionale; segue l’assenza di un percorso di carriera (51%) e la mancanza di investimenti nello sviluppo professionale (47%). Questi sono stati percepiti come due tra i principali fattori inibitori del successo professionale a livello globale.

La fotografia italiana ha tutt’altro sapore. Tra le principali sfide che riguardano la carriera troviamo: una vita familiare soddisfacente (60%), la mancanza di un chiaro percorso di crescita (55%), disuguaglianza di retribuzione (49%), pochi investimenti nella crescita professionale (46%), mancanza di un mentore (26%), sessismo sul posto di lavoro (25%). Prendersi cura dei figli viene percepito come motivo di preoccupazione solo per il 13% delle donne intervistate.

La prima impressione è quella che conta, recita un vecchio adagio. Ma sarà proprio così? L’aspetto fisico nel lavoro conta, è l’idea del 9% delle intervistate, mentre per l’8% è addirittura uno strumento da utilizzare per attrarre ulteriori vantaggi, contro una media mondiale di circa 20%. Grande colpo di coda dalla maggioranza delle italiane coinvolte nell’indagine, consapevoli che l’aspetto fisico potrebbe avere un ruolo sul percorso lavorativo, ma che non ha avuto un impatto importante sulla carriera (49%). Irrilevante per il 32% delle professioniste del nostro Paese.

I risultati della ricerca italiana sono stati presentati ieri a Milano in un evento ad hoc moderato da Francesca Parviero, Social Media HR Manager & Personal Branding Coach @LinkBeat – Official LinkedIn EMEA Talent Partner, ed a cui hanno partecipato nomi d’eccellenza del panorama italiano: Manageritalia con Marisa Montegiove (Presidente di Manageritalia Servizi e responsabile del Gruppo Donne Manager), Girls in Tech con Anna Sargian (Managing Director), Associazione ValoreD con Anna Zattoni (Direttore Generale), Professional Women’s Association of Milan (PWA) con Anna Pesce (Presidente). Ciascuna organizzazione ha portato all’attenzione il proprio programma tutto al femminile.

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ultimo aggiornamento: 20-03-2013