Le frasi storiche di Silvio Berlusconi: tutte le citazioni dell’ex premier diventate un cult, da quelle sulla vita a quelle sullo sport.
Silvio Berlusconi non è stato solo un imprenditore fondamentale per l’Italia, un uomo politico che, nel bene e nel male, ha fatto la storia del nostro paese. Nella sua vita è diventato anche e forse soprattutto un personaggio fuori dall’ordinario. E questo grazie anche alle sue frasi ad effetto, alle barzellette, e alle ‘sparate’ in grado di diventare un cult. Il ‘berlusconismo’, da lui stesso creato, si basava soprattutto su una comunicazione naturale ma anche studiata in maniera certosina, fatta di neologismi ed espressioni tipiche (dal “Mi consenta” al “bunga bunga“, dal “giuoco del calcio” ai “competitors“) che hanno segnato per sempre la storia popolare del nostro paese.
Per celebrare il personaggio Berlusconi, riscopriamo insieme alcune delle sue innumerevoli frasi diventate un cult: da quelle generiche sulla vita a quelle sul mondo dello sport, una delle sue grandi passioni.
Le frasi cult di Berlusconi
Scomparso il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni, Silvio Berlusconi ha lasciato in eredità non solo una fortuna per figli, nipoti e moltissime altre persone a lui vicine, ma anche una raccolta di frasi diventate parte integrante della cultura popolare del nostro paese.
Al di là di ogni idea politica, al di là di ogni simpatia, è innegabile infatti che un personaggio del calibro dell’ex premier, influente in ogni campo, abbia contrassegnato per sempre un’epoca di comunicazione, grazie anche al potere mediatico di cui ha goduto per decenni. Un potere che ha reso veri e propri cult delle frasi come queste:
– Qualche volta sì, mi piacerebbe davvero farmi da parte, lasciare che gli altri se la cavino da soli. Mi viene in mente Ungaretti: ‘Lasciatemi così, come una cosa posata in un angolo e dimenticata’. Per due o tre giorni, naturalmente. Non di più. (La Stampa, 9 febbraio 1993)
– L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare. (videomessaggio trasmesso ai telegiornali il 26 gennaio 1994)
– Non ho scelto io la politica: mi è stata imposta dalla Storia. (Le mille balle blu, 15 ottobre 1994)
– Voi dovete diventare dei missionari, anzi degli apostoli, vi spiegherà il Vangelo di Forza Italia, il Vangelo secondo Silvio. (Il Messaggero, 4 aprile 1995)
– Non c’è nessuno sulla scena mondiale che può pretendere di confrontarsi con me, nessuno dei protagonisti della politica che ha il mio passato, che ha la storia che ho io. Da un punto di vista personale, se c’è qualcuno che ha una posizione di vantaggio, questo sono io. Quando mi siedo a fianco di questo o quel premier o capo di stato, c’è sempre qualcuno che vuole dimostrare di essere il più bravo, e questo qualcuno non sono io. La mia bravura è fuori discussione. La mia sostanza umana, la mia storia, gli altri se la sognano. (Ansa, 7 marzo 2001)
– Ed Enea diede luogo a una dinastia da cui nacquero Romolo e Remolo. (Vertice Nato di Pratica di Mare, 28 maggio 2002)
– Sì, è vero, la legge è uguale per tutti, ma per me è più uguale che per gli altri, perché mi ha votato la maggioranza degli italiani. (dichiarazioni al processo Sme, 17 giugno 2003)
– Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, mandava la gente a fare vacanza al confino. (The Spectator, 4 settembre 2003)
– Se io lavoro, faccio tanti sacrifici… Se lo Stato poi mi chiede il 33% di quello che ho guadagnato sento che è una richiesta corretta in cambio dei servizi che mi dà. Ma se mi chiede il 50%, sento che è una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato a evadere, per quanto posso, questa richiesta dello Stato… (conferenza stampa a Palazzo Chigi, 4 ottobre 2004)
– Ho scoperto che cos’è il punto G delle donne… l’ultima lettera di shopping. (durante la Fiera dell’antiquariato a Verona, 3 novembre 2007)
– Ho detto al Presidente Medvedev che Obama ha tutto per poter andare d’accordo con lui: perché è giovane, è bello e anche abbronzato, e quindi penso che si possa sviluppare una buona collaborazione. (conferenza stampa a Mosca, 6 novembre 2008)
– Da sempre conduco un’attività ininterrotta di lavoro, se qualche volta mi succede di guardare in faccia qualche bella ragazza… meglio essere appassionati di belle ragazze che gay. (La Repubblica, 2 novembre 2010)
– I veri studenti sono a casa a studiare. In piazza ci sono solo i centri sociali e i fuori corso. (Il Giornale, 30 novembre 2010)
– I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler (dal libro Sale, zucchero e caffè di Bruno Vespa, 2013)
– Putin per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce. Io l’ho conosciuto come una persona di pace e sensata. (ai deputati di FI, 18 ottobre 2022)
Le citazioni di Berlusconi sullo sport
Tra le grandi passioni che hanno sempre caratterizzato Berlusconi, dalle donne alla politica, un posto di primo piano ha ricoperto ovviamente lo sport. O meglio, soprattutto il calcio. Tifoso appassionato del Milan, il Cavaliere è stato il più vincente presidente nella storia del pallone. Ma è stato anche un rivoluzionario di questo mondo. E lo ha dimostrato sia alla guida del club rossonero che, più di recente, portando in Serie A una società decisamente meno blasonata come il Monza.
In tutto questo, ovviamente, non ha lesinato di lasciare in eredità anche al mondo del pallone alcune frasi diventate mitologiche. Eccone alcune delle più frasi di Berlusconi più rilevanti in questo ambito:
– Il Milan? È un affare di cuore, costoso, ma anche le belle donne costano. (La Repubblica, 4 febbraio 1986)
– Si parla del Milan di Sacchi, di Zaccheroni e di Ancelotti e non si parla mai del Milan di Berlusconi. Eppure sono io che da diciotto anni faccio le formazioni, detto le regole e compero i giocatori. (dichiarazioni all’ospedale S. Matteo di Pavia, 16 marzo 2004)
– Io dicevo che i cinesi comunisti mangiavano i bambini: è vero, perché hanno avuto una grande carestia, i bambini morivano perché le donne non avevano il latte e allora per sfamare gli altri figli li facevano bollire e li mangiavano. E io dovrei dargli il Milan? (Il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2016)
– Con il Monza abbiamo in mente un programma particolare, una squadra giovane e composta da giocatori italiani. Tutti dovranno avere i capelli in ordine, c’è già un parrucchiere che ha detto che li farà gratis. Niente barba e niente tatuaggi, così come non dovranno portare orgogliosamente orecchini vari. Saranno un esempio di correttezza in campo. Si scuseranno con gli avversari in caso di fallo e tratteranno l’arbitro come un signore. Se richiesto l’autografo non faranno schizzi, ma scriveranno bene nome e cognome e andranno sempre in giro vestiti con sobrietà e a modo. (Gazzetta dello Sport, 5 ottobre 2018)
– Ai ragazzi che sono venuti qui ho detto: ‘Ora arrivano Juventus, Milan eccetera e se vincete con una di queste grandi squadre vi faccio arrivare nello spogliatoio un pullman di tro*e’. (cena sociale del Monza, 18 dicembre 2022
Riproduzione riservata © 2024 - PB