Li avevamo già descritti recentemente sulle pagine di artsblog, dopo aver seguito le varie tappe di quest’assurda vicenda partita con il furto delle medesime sette tele, avvenuto a metà ottobre 2012. Il processo ai sei presunti coinvolti, i cinque indicati come ladri (dei quali uno ancora in fuga) e Olga Dugaru, la madre di uno di essi che avrebbe probabilmente bruciato le opere o una parte di esse, tutti di nazionalità rumena, accusati di quello che è stato più volte definito come “il furto d’arte del secolo”.
L’udienza, che avrebbe dovuto cominciare oggi a Bucarest dato che i sospetti sono stati arrestati al ritorno in patria e il Regno dei Paesi Bassi, nel quale è avvenuto il ratto, non ha richiesto l’estradizione, è stata sospesa fino al 10 settembre.
E se Catalin Dancu, l’avvocato incaricato della difesa dei Dugaru (madre e figlio), intervistato dinanzi al tribunale, ha avuto l’ardire di citare le cattive condizioni di sicurezza del museo, già denunciate nel passato, non si può dimenticare l’ammissione, poi ritratta, di aver bruciato le tele, arrivata proprio dalla donna, cosa che sarebbe peraltro confermata dalle tracce di pittura ad olio e chiodi risalenti al XIX° secolo, ritrovate nel camino della sua abitazione. Nel frattempo il figlio Radu, principale accusato, avrebbe cercato di mercanteggiare offrendo la resa di cinque tele in cambio di un giudizio spostato nei Paesi-Bassi, dove le pene per furto sono più leggere che in Romania.

Foto by DANIEL MIHAILESCU/AFP/Getty Images. Tutti i diritti riservati.

Via | lefigaro.fr/arts-expositions

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 13-08-2013