Questa volta è il montone in formaldeide a Icastica, un’altra le farfalle, un’altra ancora la mucca oppure lo squalo: Damien Hirst ha spesso fatto discutere per le sue installazioni provocatorie.

Adesso il fronte è spaccato tra #NohirstArezzo vs ‘Vogliamo Damien Hirst ad Arezzo’ (se vogliamo usare i nomi delle due ‘fazioni’ avverse social), ma in passato il lavoro del controverso artista è stato più volte messo in discussione, anche usando toni virulenti, sulla falsariga del ‘la sua è davvero arte o meno?’.

Nato a Bristol nel 1965 Hirst è considerato capofila del gruppo YBAs (Young British Artists), salito alla ribalta negli anni ’90. Tema centrale delle sue opere è la morte, vista anche come occasione di rinascita, insieme alla brutalità della vita.

Lo squalo tigre di oltre 4 metri in formaldeide, esposto in una specie di acquario, è il suo ‘manifesto’ più conosciuto (anche se nel corso degli anni Hirst ha sperimentato diverse tecniche come lo spin painting e lo spot painting): l’opera si chiama “The Physical Impossibility Of Death In the Mind Of Someone Living”.

Più che per le opere legate all’atto di fumare (“Party Time”) o per quelle legate alla medicina (“Pharmacy”), Hirst è stato contestato per le sue opere contenenti animali: l’artista ha spiegato – cercando di ribattere alle accuse degli animalisti – che lui acquista i suoi soggetti già morti, al macello o a causa di una malattia. Ma, come accaduto ad Arezzo, le proteste non si sono mai fatte attendere.

Allo stesso tempo però gli estimatori non mancano: quest’anno l’opera “Gone but not forgotten”, che consisteva in uno scheletro dorato di mammut, messa all’asta per l’amfAR al galà Cinema Against AIDS, l’evento che si tiene ogni anno al Festival di Cannes, è stata battuta il 22 maggio per 15 milioni di dollari. Faceva parte della serie ‘Natural history’.

Estimatori nel cinema come nella musica. Hirst infatti è anche conosciuto per le copertine di alcuni dischi: nel 2011 ha lavorato con i Red Hot Chili Peppers, mentre nel 2013 la sua opera “Isonicotinic Acid Ethyl Ester” è stata usata come cover dell’album “Love, Lust, Faith and Dreams” della band 30 Seconds to Mars.

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ultimo aggiornamento: 16-06-2014