“Three Studies of Lucian Freud” è un’opera destinata a far rumore nel mondo dell’arte e del collezionismo, lo lasciano già presagire i fiumi di inchiostro che scorrono in più lingue dall’annuncio della sua vendita proveniente da Christie’s. Una delle più pregevoli testimonianze del connubio Bacon-Freud sarà infatti presentata a partire dal 13 al 18 ottobre 2013 nel corso della Frieze Art Fair di Londra. Punta di diamante dell’evening sale, il lotto sarà infatti messo all’asta a metà novembre durante la settimana di vendita di arte contemporanea della Grande Mela, e promette già di superare altri record precedenti.
L’opera in questione, un trittico, sembra avere tutte le carte in regola per continuare a far parlare di sé, anche grazie alla grande attesa suscitata dal suo primo ingresso nel mercato dopo qualche “uscita” in occasione della mostra al Grand Palais e della kunsthalle di Düssedorf nel 1971-1972, solo qualche anno dopo la realizzazione, avvenuta nel 1969. Una composizione considerata eccezionale per diversi motivi, alcuni dei quali illustrati da Francis Outred, chef del dipartimento d’arte contemporanea e del dopoguerra di Christie’s Europa:

Esistono solo due versioni di questo trittico monumentale il cui giallo eclatante contrasta con la brutalità dei corpi (…) Il terzo noto nel 1964 è stato smembrato: il pannello di destra è oggi al museo d’Israele di Gerusalemme, il centrale al museo d’arte contemporanea di Teheran e quello di sinistra in una collezione privata. In quello che sarà venduto a New York i tre pannelli sono stati separati per ben quindici anni nel corso dei ’70, per essere infine riuniti dieci anni più tardi.

I tre studi di Lucian Freud misurano circa due metri per 1,50 e dalla casa d’aste si augurano di poter battere gli 86 milioni di dollari del trittico del 1976 venduto nel maggio 2008 da Sotheby’s New York, e c’è persino chi non esita a paventare cifre intorno ai 100 milioni di dollari. Tra i possibili acquirenti gira il nome del miliardario russo Roman Abramovitch, proprietario del Chelsea, ma i giochi sono ancora aperti dato l’interesse suscitato da quello che è considerato un mitico duo tra il contestato artista britannico e il nipote del padre della psicanalisi animati dal medesimo accanito rifiuto dell’astrazione e da un simile incanto per le membra martoriate esposte dietro spessi vetri di filtro.

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Via | lefigaro.fr/culture

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ultimo aggiornamento: 11-10-2013