Questo crollo capita proprio al momento giusto: se Oltreoceano la cultura italiana trionfa e viene osannata (il film “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino ha infatti vinto il prestigioso premio Oscar come migliore film straniero), in Patria una ‘grande bellezza’, ovvero Pompei, rischia di scomparire.

Questo weekend infatti ci sono stati tre nuovi crolli negli Scavi: prima si sono staccate alcune pietre da un arco già puntellato sottostante il Tempio di Venere, poi si è sbriciolato un muro alto 1,70 m, per un fronte di 3,5 m, di una tomba situata nella importante necropoli di Porta Nocera, e infine è venuto giù un muro di 2 m in un’area non scavata di via Nola – costone di una bottega chiusa al pubblico nella regione V, insula 2, civico 19 -.

I cedimenti sono avvenuti a causa…delle piogge. Sì, le forti piogge di questi giorni avranno le loro colpe. Ma l’incuria che da anni interessa l’area?

Il neoministro dei Beni culturali, Dario Franceschini ha subito convocato una riunione operativa al Mibact martedì alle 10.30: Franceschini ha chiesto un rapporto dettagliato sulle motivazioni dei crolli degli ultimi mesi. Al tavolo parteciperanno il Soprintendente incaricato Massimo Osanna, il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati e il direttore generale del Grande Progetto Pompei, generale Giovanni Nistri.

Ma l’architetto Antonio Irlando, responsabile dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, punta il dito contro “un vuoto gestionale senza precedenti”:

“Il Tempio di Venere era l’avamposto della città verso il mare. Il suo stato di conservazione era da tempo compromesso. Per quanto riguarda la necropoli di Porta Nocera, si tratta della più rilevante, per numero e importanza di monumenti funerari, tra quelle rinvenute nell’area archeologica. La nomina del soprintendente Massimo Osanna non è stata ancora perfezionata dalla Corte dei Conti ed incombono su di essa alcuni ricorsi amministrativi. Inoltre il direttore generale del Grande Progetto Pompei e il suo vice sono di fatto impossibilitati ad operare in quanto lo staff di 25 persone che li dovrebbe supportare nel difficilissimo compito di dare impulso al piano per la città non è stato ancora insediato”

Come abbiamo purtroppo visto non si tratta del primo crollo, e, presumibilmente – visto come stanno le cose – non sarà l’ultimo.

Al tempo dei primi danni (2010) Franceschini attaccò duramente Sandro Bondi, ministro titolare del dicastero all’epoca, chiedendone le dimissioni (che poi arrivarono).

Vedremo cosa sarà in grado di fare lui adesso. Però, concedetecelo, l’intera faccenda è una vergogna per il nostro Paese.

Quasi cinque anni (2009-2014), senza fare assolutamente niente. A parte nomine, decreti, parole, parole e soltanto parole. Che nel giorno del trionfo di un regista napoletano a Hollywood fanno ancora più male.

Le immagini del sito archeologico

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ultimo aggiornamento: 03-03-2014