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Lanciata nel 2014, La Collection 34 reinterpreta lo spirito della primissima boutique di diptyque. Infatti, fin dall’apertura del primo negozio, al 34 di Boulevard Saint Germain a Parigi, i fondatori Christiane Gautrot, Desmond Knox-Leet e Yves Coueslant propongono, a fianco dei propri tessuti d’abbigliamento, alcune delle loro sorprendenti trovate. Collane di perle di vetro dall’Italia, portamonete cuciti a mano, potpourri assemblati secondo l’umore del momento e molto altro. Un bazar nel senso nobile del termine, capace di impreziosire, come in un caleidoscopio, le più diverse emozioni.

Fedele allo spirito originale, nel 2014 diptyque si rinnova con una collezione di oggetti e profumi in serie limitate. Poesia contemporanea, scritta nel corso degli incontri con i creatori di sogni. E quest’anno, nuovamente, diptyque dona incanto al quotidiano con creazioni che sono sia risolutamente ancorate alla propria epoca, sia profondamente legate al passato. Poiché ciascuna di esse, a proprio modo, ci riporta alla bellezza senza tempo del gesto dell’artigiano, trasmesso di generazione in generazione.

Dalla prima Collezione 34, ogni anno la Maison diptyque seleziona un raccolto eccezionale cui dedicare un profumo. Per il 2016, ad ispirare il profumiere Fabrice Pellegrin in queste nuove Essences Insensées è la volta dei campi di rose di maggio di Grasse. Rosa centifolia, aerea, divenuta, come molti sanno, un’assoluta rarità in Costa Azzurra. Eppure, nessun’altra varietà può esserle paragonata. Certo, il clima riparato dal vento, l’aria delle montagne che nutre la terra e il sole dal sud sono altrettanti fattori che le donano un profumo così delicato. Stavolta, Fabrice Pellegrin si è interessato a un aspetto singolare della rosa di Grasse: la concreta. Questo concentrato, destinato a diventare un assoluto, pare una cera densa. È ottenuto dopo la prima estrazione dei petali freschi. Sulla pelle, le Essences Insensées 2016 si rivelano ammalianti e balsamiche, con accenti di frutti rossi e di miele.

In esclusiva per i negozi diptyque, Kimonanth è un UFO olfattivo che riunisce Benjoin Bohème, Eau Mage e Ôponé. Una serie di proposte sorprendenti, con un unico scopo: suscitare emozioni forti. Kimonanthe, infatti, nasce dall’improbabile incontro tra due fragranze: l’osmanto – fiore bianco asiatico che evoca l’albicocca, il latte e il cuoio – e la polvere d’incenso. Il risultato sfugge a ogni tentativo di classificazione olfattiva. Un mondo nuovo si apre improvvisamente, si scorgono
canfora, garofano, saldalo, spezie, cuoio. Il profumo si comporta sulla pelle come una matrioska in mutazione costante, trascinando i sensi verso un vapore di sciroppo e d’albicocca candita, infine,
quale un ancestrale rimedio, quasi un fumo sacro.

Profumo delicato ma universale, quello di una deliziosa “madeleine”. Il dolce, generoso ed impreziosito
dal limone, descritto da Marcel Proust in Dalla parte di Swann, primo volume della Recherche. Il profumiere Fabrice Pellegrin confeziona una candela profumata che sa far venire l’acquolina in
bocca anche ai nasi più fini, La Madeleine, appunto.

Tra le novità della collezione anche quattro nuove storie da raccontare sulla propria pelle. Imboccare la strada senza sapere esattamente dove e quando si arriverà a destinazione. È con questa folle libertà che i profumieri hanno potuto elaborare le tre nuove eau de parfum de La Collection 34. Quattro composizioni stupefacenti, racchiuse in flaconi inediti.

Reflet, realizzato espressamente per diptyque, è uno specchio scuro leggermente marmorizzato che permette di riflettere la fiamma della candela e di aumentarne così la luminosità. Agganciato a una base, lo specchio, a forma di disco, si regola all’altezza della fiamma mediante una chiavetta posteriore.

Già collaboratore nelle precedenti edizioni della Collection 34, il mastro vetraio Vincent Breed ha messo nuovamente tutta la sua competenza al servizio della maison. Nel suo forno di fusione, dove il vetro si liquefà a 1150°C, egli estrae, con l’ausilio di una canna inossidabile, la materia ancora incandescente e gonfia la massa di vetro sinché assume una forma ideale. E’ così che nasce Cristaux.

Origami, invece, la si direbbe una lampada da notte. Eppure è un fotoforo in vetro. Qui la poesia consiste nel far scivolare entro la campana di vetro una delle tre corolle in carta, a propria scelta. Attraverso questo giocoso oggetto, la luce diviene subito più delicata e diffusa. Si può cambiare abat-jour a seconda dello stato d’animo, passando da un latteo plissé a una stampa colorata.

Infine, Carrousel, inclassificabile, giocoso, questo oggetto non ha altro scopo che animare la fiamma
delle candele profumate tradizionali, con una strizzata d’occhio alla collezione di curiosità di Desmond e alle decorazioni natalizie, sia kitsch che un po’ folli. Il metallo ritagliato, che va posato sui bordi della candela, riprende una parte del disegno con gli uccelli creato per il fotoforo origami. Accesa la fiamma, il calore dà luogo a un piccolo spostamento d’aria che fa muovere gli uccelli.

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ultimo aggiornamento: 21-08-2016