Firenze, agosto torrido. Mentre la città culla dell’arte rinascimentale presenta un dipinto fatto di stradine semideserte, fatta eccezione per i turisti culturali più intrepidi, c’è fermento nella tomba di quella che potrebbe essere la vera Gioconda. Ma torniamo indietro di qualche giorno, quando nel pieno di quest’estate 2013 è stata aperta dagli storici e dai ricercatori, la Cripta dei Martiri nella Basilica della Santissima Annunziatasima Annunziata. Quella cripta antica in cui si potrebbero trovare conservati dal tempo i resti di Piero, figlio di Lisa Gherardini, gentildonna identificata come musa di Leonardo per uno dei dipinti più celebri di sempre, custodito oggi in uno dei musei più emblematici di Francia, il Louvre.

All’evento cruciale per la storia dell’arte, hanno potuto assistire anche alcuni giornalisti e addetti al settore, ben muniti di mascherina e di tutte le protezioni necessarie per non contaminare la scena delle ricerche. Tutti i partecipanti sono stati schedati all’apertura della cripta, per garantire in caso di ritrovamento di un dna, che sia proprio quello di un membro della famiglia della Monna Lisa.

Il ritrovamento dei resti mortali della famiglia di Lisa Gherardini nella Cripta dei Martiri è fondamentale perchè permette una comparazione fra il dna estratto negli scorsi mesi dai resti di Sant’Orsola e quello che sarà prelevato da quelli scoperti oggi, solo quando troveremo la corrispondenza fra una madre ed un figlio, avremo scoperto automaticamente Lisa e suo figlio Piero, il figlio legittimo. Questo è il passaggio chiave per arrivare all’ultima fase della ricerca, quella più esaltante: la ricostruzione del viso della donna.

Ha spiegato Silvano Vinceti, responsabile della ricerca e del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali.

La Cripta dei Martiri aperta in questi giorni, porta sulla lapide lo stemma, vergato in latino, della famiglia del Giocondo. La cripta fu poi -nel 1527- acquistata da un’altra famiglia nobile. Quando la cripta è stata forzata dagli studiosi, è stata trovata piena di fango in superficie, prova fisica dell’alluvione di Firenze del 1966; per i ricercatori un ambiente ideale per gli studi. Una caccia al dna della Gioconda degna di CSI, tra polemiche per la riesumazione delle spoglie dei parenti della Gioconda, e entusiasmi febbrili da parte dei più appassionati storici e ricercatori. Noi vi aggiorneremo su tutti i prossimi sviluppi e i possibili ritrovamenti.

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ultimo aggiornamento: 12-08-2013