Dopo i ritratti esposti a Montepulciano e la parabola verso Schifano ad Acri, ecco che anche il Castello Aragonese di Otranto si dedica al maestro esplorandone le suggestioni artistiche nella mostra “Mistero e poesia”, visitabile fino al 29 settembre 2013. Una monografica a cura di Franco Calarota che si ripropone di illustrare il percorso dell’opera di Giorgio de Chirico all’insegna della metafisica, confermando, decenni e decenni dopo, il forte interesse del grande pubblico e dei critici, per la produzione risalente agli anni ’20.
Grazie ad una selezione di circa una cinquantina di opere, composta da undici dipinti a olio, tre sculture e oltre trenta tra disegni, acquarelli e grafiche, provenienti dal prestito della Galleria d’Arte Maggiore di Bologna, l’esposizione rintraccia la varietà argomentativa di un artista che ha saputo incidere con la sua presenza, e soprattutto con gli sviluppi metafisici della stessa, l’arte del XX° secolo.

Giorgio de Chirico, Piazza d'Italia - Courtesy Galleria d'Arte Maggiore

Una ricerca di significati ulteriori, ma non reconditi, che iscrive tale movimento in una linea di approfondimenti che deve molto alle origini greche di de Chirico e al pensiero di Aristotele, come ben evidenziato nel testo di Calarota.

Il maestro sceglie il termine metafisica per presentare al mondo la sua arte, una parola che già contiene nel significato etimologico una traccia per andare “oltre”, per superare l’occhiata distratta ed avventurarsi alla ricerca dell’essenza, della verità in se stessa.
Seguendo le indicazioni lasciate dalle sue stesse dichiarazioni negli scritti di suo pugno e nelle interviste, conditio sine qua non di tale manifestazione è l’equilibrio perfetto di tutti i tasselli: la qualità della materia, la perfezione del disegno, l’accurata scelta dei soggetti, la maestrale esecuzione pittorica racchiusa nella gabbia prospettica di tipo rinascimentale. In altre parole, de Chirico parte dalla “fisica” dai fenomeni reali legati ai cinque sensi per spostarsi al “meta” che va “oltre” quello che è già stato fatto fino a quel momento sia da quelli prima di lui, sia da lui stesso, per andare “al di là” della realtà fenomenica e svelarci il “sopra”, l’assoluto, l’essenza la verità del tutto.

Giorgio de Chirico, Cavalli antichi sulle sponde dell'Egeo - Courtesy Galleria d'Arte Maggiore

Il suo non è un movimento divinatorio casuale, o guidato da strane pulsioni mistiche, si tratta piuttosto di un’indagine artistica puntuale, che affonda le sue radici direttamente nella storia filosofica del Mediterraneo e se ne serve per ricostruire la dimensione di una modernità di una bellezza estraniante, ispirando anche ricostruzioni temporanee dal tema leggermente inquietante, come l’interno metafisico con biscotti di Vilella.
E proprio per scoprire, e riscoprire, le radici del ricco territorio che la ospita, c’è “Metafisica a sud, enigma di un pomeriggio d’estate”, rassegna di eventi destinati ad esplorare le molteplici peculiarità di un bell’angolo di terra di Puglia.

Via | castelloaragoneseotranto.it

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ultimo aggiornamento: 15-07-2013