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Graphic novel, tutto quello che dovresti sapere

Graphic novel

Cosa sono i graphic novel? La risposta sembrerebbe essere semplice, ma non lo è. Al di là del fatto se ci si debba riferire al termine al maschile o al femminile, se andiamo a leggere su un dizionario si intende un libro a fumetti che contiene una storia abbastanza lunga e simile a un romanzo. Inoltre solitamente è rivolto a lettori adulti.

Un’altra definizione è quella di una forma narrativa in cui le storie a fumetti hanno la struttura di un romanzo. Sono autoconclusive e hanno un intreccio sviluppato. In realtà non è così semplice rispondere a questa domanda, anche perché diversi autori danno indicazioni diverse e spesso contrastanti fra di loro.

Graphic model e fumetto: sono la stessa cosa?

Tecnicamente parlando, graphic novel e fumetto appartengono allo stesso metodo di comunicazione. Abbiamo immagini e parole inserite nei fumetti, gli anglosassoni balloon. Si tratta dunque di una storia che ci viene raccontata usando delle immagini in sequenza e nella quale i dialoghi e le parti narrative sono inserite nei balloon. Solo che siamo in Italia e ci piace complicare le cose per il solo gusto di farlo.

Per un motivo di marketing, gli editori hanno cominciato ad usare il termine quasi a voler elevare il valore culturale del fumetto. Purtroppo in Italia la forma mentis principale è ancora quella del “fumetto come intrattenimento di basso valore relegato a bambini e pubblico giovanile“. Inutile dire quante dicerie e pregiudizi circolino intorno ai fumetti. Così gli editori, per cercare di dare un nome altisonante che desse maggior valore al prodotto e inducesse la massa a pensare di non star leggendo qualcosa che lei stessa definisce “da bambini”, ma qualcosa di più aulico, hanno cominciato a spingere sul termine.

Ma l’italiano medio è totalmente avulso dal mondo del fumetto e ha cominciato a immaginare che i graphic novel fossero il fumetto d’autore, rilegato, di alto valore culturale, quello venduto in libreria. Mentre i fumetti propriamente detti fossero quelli mainstream, adatti a un più ampio pubblico, di qualità quasi nazional popolare.
Anche Roberto Recchioni, autore e attuale curatore editoriale di Dylan Dog, ha spiegato che il termine attualmente viene usato solamente a scopo commerciale. Per dare una patina di lustrini a quelli che sono sempre e comunque dei fumetti.

Ricordiamo poi il caso recente di una nota casa editrice/libreria che ha posizionato un bel cartello con su scritto: “C’è ancora chi si ostina a chiamarli Fumetti. Graphic novel, Anime, Nuvole parlanti“. Ancora non si è capito se si sia trattato di una provocazione apposita fatta per far parlare. O se, effettivamente, chi ha scritto questo messaggio pubblicitario davvero abbia voluto veicolare il messaggio secondo il quale chiamare un graphic novel con l’appellativo di fumetto sarebbe qualcosa di mortificante e svilente. Tralascio le considerazioni su Anime perché si tratta di due mezzi di comunicazione del tutto differenti.

Caratteristiche attuali dei graphic novel

Ci sono alcune caratteristiche che attualmente gli vengono attribuite, anche se da nessuna parte c’è un codice ufficiale che dice “il fumetto deve avere queste caratteristiche, il graphic novel queste altre”. Andando a ben scavare, poi, questi fattori sono tipici solamente di alcuni fumetti. E viceversa. Ma quali sono questi fattori che tutti immaginano associati ai graphic novel? Sono i seguenti:

  • fumetto monovolume, non seriale
  • viene venduto solitamente nelle librerie o in fumetteria
  • tematiche adatte a un pubblico adulto
  • sceneggiatura più attenta e complicata
  • personaggi maggiormente approfonditi che si accompagnano a una grafica più complessa
  • lunghezza del singolo volume

Tuttavia l’attribuzione di queste caratteristiche ai graphic novel cade quando si pensa a opere come Watchmen di Alan Moore o anche Sandman di Neil Gaiman: nell’accezione di prima lo sono, solo che sono seriali! Il che fa cadere tutto il discorso.

Dire che è un fumetto è un graphic novel per cercare di aumentare il suo valore è sbagliato. Non c’è nulla di male nel chiamarli fumetti. O nel dire di leggere fumetti. Esistono fumetti belli e fumetti brutti, graphic novel belli e graphic novel brutti, così come ci sono fumetti dalle tematiche più profonde e fumetti dalle tematiche più leggere, graphic novel dalle tematiche più profonde e graphic novel dalle tematiche più leggere. È l’etichetta che viene loro appiccicata arbitrariamente a dargli valore o è qualcosa d’altro? E perché una persona che legge un “fumetto” deve sentirsi sminuita nei confronti di chi legge un “graphic novel”?



Bruna Marini Bruna Marini
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