Dublino e Guinness formano un binomio che ormai, dopo oltre due secoli e mezzo di destini intrecciati, è diventato praticamente indissolubile. Il legame tra la capitale della Repubblica d’Irlanda e la sua più celebre birra – indiscutibilmente uno dei suoi brands più conosciuti a livello globale – non è solo una realtà storica, intrisa nel tessuto sociale e culturale della popolazione, ma è anche platealmente visibile in tutti gli angoli della città, con i loghi della Guinness che campeggiano in ogni dove a ribadire la grande forza di questa simbiosi. Il nostro inviato speciale Adriano Bestetti ci racconta il viaggio esclusivo a Dublino.

La cattedrale, il tempio che rappresenta il culmine di questo felice matrimonio è la famosa Guinness St. James’s Gate Brewery  – il birrificio della Guinness – un imponente agglomerato di strutture produttive, amministrative e logistiche che, nel corso degli anni, si è gradualmente trasformato anche in una delle più importanti attrazioni turistiche della città. E la più visitata. Non si può infatti negare che, per chiunque visiti Dublino per la prima volta, il birrificio Guinness è decisamente una ‘tappa obbligata’, una di quelle che, se mancata, non potrà che suscitare l’incredulità e la derisione di amici e conoscenti. E a buona ragione.

Situato a ovest della città nella zona di St. James’s Gate, a sud del fiume Liffey ma non distante del centro, il birrificio Guinness domina la comunque poco competitiva skyline di Dublino. Nel suo perimetro, imponenti edifici moderni si ritrovano a pochi metri da costruzioni decisamente storiche per l’azienda, che si preoccupano di conservare memoria e fascino del tempo che fu ma che, in buona parte, sono rimaste in qualche modo funzionali al lavoro interno. Eh sì, perché a differenza di altri celebrati birrifici ‘turistici’ europei, qui la birra nasce davvero ‘in loco’, tra queste mura. E da qui partono i fusti che vanno ad alimentare i mercati europei.

Ci sono altri birrifici Guinness, in altri continenti (Nigeria, Camerun, Ghana, Malesia), ma quella che si beve anche in Italia proviene da qui. Diffidate quindi di chi dice che la Guinness servita nei pubs d’Irlanda sia meglio di quella delle spine italiane, perché le differenze – come sottolineato dalla stessa Guinness – sarebbero al limite dell’impercettibile per i distributori ufficiali. Le cose però possono cambiare per gli altri, a causa delle incerte condizioni di trasporto e conservazione dei fusti.

Abbiamo avuto l’occasione di visitare The Guinness Brewery come ospiti della casa, e questo ci ha permesso di dare una sbirciatina anche ad aree solitamente chiuse al grande pubblico, ma anche al netto di queste, l’esperienza della visita al Quartier Generale della più celebrata birra stout della terra è semplicemente esaltante. Ci si trova tutto quello che ci si potrebbe aspettare, e anche di più: se ci siete stati, o conoscete qualcuno che lo ha fatto, probabilmente ne sarete già bene al corrente.

La mitica birra scura – o meglio ‘Dark Ruby Red’, ‘Rubino scuro’ – prende forma durante un processo di 10 giorni partendo da acqua, malto, orzo, luppolo e dal cruciale lievito maturato in casa, ‘the yeast’. Tutto viene fatto qui alla St. James’s Gate Brewery, inclusi i processi di filtraggio e pastorizzazione, con macchinari decisamente all’avanguardia che però ricalcano scrupolosamente i procedimenti dell’antica produzione, a volte nei medesimi edifici. Il feeling di modernità dell’impianto però si intreccia bene con l’imprescindibile riferimento alla tradizione del birrificio Guinness, che rappresenta inevitabilmente anche uno spaccato del patrimonio culturale dublinese. La nostra stessa ‘guida di giornata’ agli impianti produttivi ci confessa come lui rappresenti la terza generazione della sua famiglia a lavorare per la Guinness. E uno dei suoi figli ha già dato il via alla quarta.

Dal punto di vista turistico, la vera ‘perla’ della brewery è ovviamente la Guinness Storehouse , ‘The Home Of Guinness’, un edificio storico di sette piani che internamente è stato ristrutturato nella forma affatto casuale di una pinta, un luogo che racchiude per davvero tutto lo scindibile o quasi del mondo Guinness e che ospita al suo interno anche gli archivi ufficiali. A scanso di equivoci, anche per coloro che non appartengono strettamente al culto della ‘scura irlandese’ la Guinness Storehouse rappresenta comunque un’esperienza del tutto godibile. E decisamente indimenticabile.

Subito al piano terra, si rimane abbagliati dal gigantesco ‘Store’ Guinness, straripante di gadget di ogni tipo ‘marchiati’ dagli inconfondibili loghi della casa. Al suo interno si trova ogni genere di merce, dall’abbigliamento ai magneti, dai palloni ai portachiavi, dalle bandiere ai bicchieri personalizzati e così via, con alcuni articoli che sono in vendita esclusivamente qui.

Salendo, si attraversa la storia della Guinness grazie ai numerosi reperti presenti, a cominciare dal contratto d’affitto con cui il fondatore Arthur Guinness si assicurò il terreno dove sorge la St.James’s Gate Brewery per 9.000 anni (a 45 sterline l’anno), atto firmato nel 1759 e che in pratica certifica la nascita dell’azienda.

Nella Guinness Storehouse, le testimonianze storiche sono diverse e numerose, con le varie bottiglie ed etichette utilizzate nel corso degli anni – tutte comunque impreziosite dalla firma del fondatore – immagini e ritratti storici, supporti video, riproduzioni di treni e navi per il trasporto dei barili, sponsorizzazioni etc., ma vi invitiamo a far particolare attenzione all’area dedicata alle campagne pubblicitarie, specialmente quelle d’annata firmate da John Gilroy, l’uomo che introdusse anche quella, iconica, del tucano.

Non mancano le aree quasi didattiche che spiegano i processi di realizzazione del prodotto e quelle dedicate alla degustazione della birra di casa, incluso un particolare Laboratorio di Degustazione in cui è possibile assaggiare varie qualità della Guinness, inclusa la Foreign Extra Stout, più alcolica (7.5%) e gasata di quella europea e di grande successo in Africa e Asia. E poi è possibile farsi insegnare l’arte dello spillare la perfetta pinta di Guinness, da gustare poi nel suggestivo Perfect Pint Bar ricevendo tanto di certificato.

Ci sono però altre due aree della St. James’s Gate Brewery che non bisogna assolutamente perdersi: innanzitutto la ‘Brewers Dining Hall’, un ristorante con vista panoramica al 5° piano dove viene servito un interessante menu – con molti piatti che hanno proprio la Guinness come uno degli ingredienti – e l’altro è il ‘Gravity Bar’, un bar panoramico alla sommità dell’edificio che offre una spettacolare visita mozzafiato su Dublino, a 360°. La conclusione ideale di questa lunga esperienza prima di tornare allo Store del piano terra per gli immancabili gadgets.

La Guinness St. James’s Gate Brewery è aperta tutti giorni dalle 9:30 alle 17:00 – tranne per le feste comandate – è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (tram e autobus), dispone di un parcheggio gratuito per le auto e di tutte le facilities per i diversamente abili. Il prezzo intero del biglietto di ingresso è di 18 Euro, ma ci sono particolari sconti per visite di famiglia o di gruppo.

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Guinness birra Dublino: la visita esclusiva al birrificio, il viaggio di Blogo



Guinness birra Dublino: la visita esclusiva al birrificio, il viaggio di Blogo

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Testo e immagini dal nostro inviato speciale Adriano Bestetti

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ultimo aggiornamento: 22-03-2015