Quasi sessant’anni fa, Fabrizio De Andrè cantava La guerra di Piero, una delle sue canzoni più belle e profonde. Un brano che oggi, purtroppo, appare attuale come non mai. Vediamo il significato e il testo di una vera e propria poesia/denuncia sulle atrocità dei conflitti.
La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè: il significato della canzone
Uscita nel 1966, La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè è contenuta nell’album Tutto Fabrizio De Andrè. Il cantautore, prendendo spunto dai racconti di suo zio Francesco, sopravvissuto alla Campagna d’Albania, denuncia le atrocità della guerra. Il suo racconto parte da un soldato che cammina da solo con gli occhi spenti, stanco di vedere solo morte e distruzione.
“Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente“.
Piero arranca nella rigidità dell’inverno senza più uno scopo. E’ completamente svuotato e nella sua testa avverte solo la voce “dei morti in battaglia“. Molti di loro, se non tutti, sono stati costretti a dare la vita “in cambio di una croce” che altri avevano scelto per loro.
“E mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore“.
Cos’è la guerra se non una battaglia tra fratelli? Può cambiare il colore della divisa, ma non l’appartenenza al genere umano. Così Piero, indeciso su come e dove sparare, cade lui stesso “senza un lamento“. La sua vita è finita, “non ci sarebbe stato un ritorno” ma, forse, una sepoltura di fortuna “in un campo di grano“.
Ecco il video de La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè:
La guerra di Piero: il testo della canzone
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi…
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