A partire da oggi, 17 aprile 2013 e fino al 18 agosto 2013, il San Giovanni Battista di Michelangelo Merisi da Caravaggio, si lascerà ammirare in un contesto diverso dall’abituale Pinacoteca Capitolina di Roma dove risiede dal lontano 1750, in occasione di un evento, realizzato grazie alla collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, organizzato da Opera – Civita Group (che normalmente gestisce il servizio prenotazioni, informazioni e visite guidate per conto del Complesso del Duomo di Siena e durante l’esposizione propone pacchetti culturali ed Aperitivi d’arte del venerdì, fissati dalle 19 alle 21.30 del periodo 19 aprile – 31 maggio 2013) e promosso dall’Opera della Metropolitana di Siena.
Il giovinetto scarmigliato e tutto nudo che abbraccia un ariete è senza dubbio una delle opere più affascinanti del grande pittore, che racchiude nell’esecuzione del quadro il punto d’arrivo di una serie di riflessioni sul naturalismo pittorico e sul sentimento religioso riflesso nella pittura sacra. Dipinto nel 1602, e probabilmente destinato a far parte della collezione privata di Ciriaco Mattei, una delle figure più in vista della società romana del tempo; il ragazzo dallo sguardo ilare richiamerebbe le fattezze del figlio di quest’ultimo, che di nome faceva proprio Giovanni Battista, e le sue belle membra sarebbero state modellate su uno dei nudi affrescati da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina.
La paternità dell’opera è stata lungamente messa in dubbio dai critici, fino alla sicura attribuzione al Caravaggio, avvenuta solo di recente in seguito ad una minuziosa serie di indagini tecniche che hanno dimostrato l’autenticità dell’opera. Il suo legame con il capoluogo di provincia toscano, dove risiede al momento per questa “trasferta sui generis” risale invece ad:

Alcuni studi condotti dalla critica più recente, sulla scorta di precise testimonianze documentarie, hanno evidenziato una serie di rapporti tra la figura del Caravaggio e la città di Siena. Il tramite di tale relazione è costituito dal senese Giulio Mancini, archiatra pontificio. Al di là della sua professione egli fu mercante e amatore di opere d’arte ed ebbe una particolare venerazione per i capolavori caravaggeschi. La collezione di Giulio Mancini dovette svolgere un ruolo di primo piano per Siena, in quanto egli, pur vivendo a Roma, conservava i dipinti più pregiati nella città natale ove potevano essere esibiti ai pittori locali che furono fortemente influenzati dal caravaggismo. In questa prospettiva, nel percorso espositivo saranno evidenziati, anche attraverso sistemi multimediali, i rapporti tra la pittura senese e il caravaggismo. 

 
Nell’immagine Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano 1571 – Porto Ercole 1610)
San Giovanni Battista, 1602-1603, olio su tela, cm 129 x 95. Roma, Pinacoteca Capitolina.

Via | operaduomo.siena.it

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ultimo aggiornamento: 17-04-2013