Generalmente, attraverso le mie esperienze ho cercato di provare un comportamento diverso nello spettatore (…) per trovare insieme al pubblico gli strumenti per combattere la passività, la dipendenza o il condizionamento ideologico, sviluppando le capacità di riflessione, di paragone, d’analisi, di creazione, d’azione. Julio Le Parc.

Perché per parlare della mostra di Le Parc al Palais de Tokyo, inserita nel novero delle esposizioni afferenti al ciclo “Soleil Froid” partire dalle sue stesse parole aiuta, e in modo non indifferente data la grande interattività che caratterizza soprattutto l’ultima parte dell’esposizione, ma si lascia intravedere già prima dell’ingresso, sviluppandosi in un crescendo che fa la gioia di ogni visitatore, invitato a confrontarsi con effetti luminosi e sonori sui quali è chiamato ad intervenire direttamente.

Autore di una produzione immensa, che spazia dalla pittura alla scultura, senza dimenticare un gusto particolare, e tutto irriverente, per l’istallazione, direttrici espressive inserite in una strenua volontà contestatrice, costantemente incastonata nella dinamica del reale e allo stesso tempo leggermente staccata, con quella distanza che consente solo ai lavori che provengono da un certo substrato concettuale, di essere attuali e imperituri. 2000 m² interamente dedicati alle opere di uno dei precursori dell’arte cinetica, fondatore del G.R.A.V. (Groupe de Recherche d’Art Visuel) e trionfatore della Biennale di Venezia del 1966, nella prima grande personale francese all’altezza di decenni e decenni di perspicacia ludica e approfondimento tematico.
Le creazioni dell’argentino Le Parc occupano il secondo livello, spingendosi dal soffitto dell’ingresso fino alla Grande Verrière, attraverso la Travée, l’Alcôve e l’Alcôve du Midi, costruendo un cammino sonoro e luminoso immerso nell’ombra, che si concede anse di riflessione, lasciandosi scoprire poco a poco, come i suoi meccanismi, a volte semplici, altre più complicati, ma in ogni caso sempre sorprendenti nei loro risultati mai scontati, capaci di dar vita ad effetti inattesi e sensazioni uniche. Un percorso che abbiamo assaporato personalmente e che vi invitiamo a scoprire insieme a noi seguendo la nostra gallery in quattro step:

movimenti e contorsioni

Dove l’ingegneria diventa maestra artistica, in grado di impartire complesse lezioni di estetica, attraverso il piacere vellutato di installazioni rese costantemente diverse dal movimento perpetuo.

grafiche ingannevoli ed ipnotiche

Che si modellano e cambiano di prospettiva a seconda del punto di vista, trascinando gli occhi in un vortice colorato e inebriante e disegnano gli spazi dando vita a sorprendenti suite di disegni che coltivano l’illusione della tridimensionalità.

effetti di luce e di colore

Una delizia per gli occhi, che invita al sogno e immerge in una rincorsa di magici riflessi luminosi, catturando coloro che si trovano a passare davanti ai spaesamenti ideati da Le Parc per presentarsi in veste sempre nuova e permettere innumerevoli combinazioni, come dimostra la silhouette irriverente di un simpatico ragazzino di passaggio, impegnato in un improvvisato twist, sotto i divertiti occhi paterni.

la stanza dei giochi irriverenti e liberatori

Un bello spazio a fine mostra aperto alla creatività dei visitatori che possono così divertirsi con il tiro a segno, spostando palline luminose, giocando con specchi deformanti o liberando la rabbia repressa su un insieme di sacchi da pugilato che riportano le effigi di tutta una serie di categorie professionali particolarmente detestate, dai parroci ai giornalisti, passando per gli avvocati…

Immagini da flickr.com/photos/sara_rania

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Via | palaisdetokyo.com/fr/exposition/julio-le-parc

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ultimo aggiornamento: 02-05-2013