Ci sono voluti dodici anni per poter finalmente vedere la torre pendente leggermente raddrizzata. Grazie ad una serie di interventi messi in atto fra il 2001 ed il 2013, sarebbero stati già recuperati circa 2,5 centimetri di strapiombo. Un freno all’inarrestabile sprofondare di un simbolo che fino a qualche a qualche anno fa sembrava destinato a sparire e che invece, sempre secondo gli esperti, è ormai in sicurezza per i prossimi due o tre secoli e dovrebbe continuare a svettare a fianco della Chiesa di Santa Maria dell’Assunta sulla Piazza del Duomo, per la gioia dei cittadini, ma anche dei numerosi turisti che accorrono ogni anno per poterla ammirare e immortalare.
Il successo, registrato dal rapporto annuale dell’apposito Gruppo di sorveglianza della Torre di Pisa, creato proprio nel 2001 dopo la riapertura della struttura campanaria al pubblico, registra infatti un importante progresso rispetto al 1992, quando la pendenza si attestava intorno ai pericolosi 4,5 metri di allora.
Una cura lunga e per tappe, quella alla quale è stata sottoposta l’amata icona della città toscana, cominciata con un primo intervento realizzato sotto la guida del professor Michele Jamiolkowski, fu la cerchiatura del primo piano con 18 cavi di acciaio di 2 centimetri di diametro come misura temporanea di rinforzo strutturale, al quale ha fatto seguito il congelamento del terreno sotto la torre, l’estrazione di antichi blocchi di conglomerato risalenti a più di un secolo e mezzo fa, la loro sostituzione con una trave di cemento armato e l’ancoraggio ad essa con cavi in acciaio ad una profondità di 52 metri, fino alla chiave di volta della stabilizzazione nel 1999 quando:

le fondamenta furono sottoescavate per creare una culla di assestamento sotto la parte opposta alla pendenza producendo così un abbassamento e riducendo lo strapiombo.

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ultimo aggiornamento: 25-08-2013