Ci sono viaggi che non necessitano di grandi spostamenti nello spazio, uno di questi è quello che avranno occasione di intraprendere i visitatori della mostra “Magie dell’India. Dal tempio alla corte. Capolavori dell’arte indiana, allestita fino al 31 maggio 2014 presso la Casa dei Carraresi di Treviso. E se nei secoli passati era prassi comune dedicarsi alla comprensione letteraria di una terra lontana anche senza averne potuto apprezzare fisicamente i profumi e i sapori, come dimostra la vicenda del noto scrittore veronese Emilio Salgàri, la voce avventurosa alla quale molti di noi si sono affidati durante gli anni di formazione, e che in realtà h avuto l’indubbia capacità di trasportare con i suoi romanzi, milioni di persone nell’affascinate Continente Indiano senza mai lasciare l’Italia, la medesima opportunità, solo apparentemente anacronistica, è riproposta dall’esposizione in questione. Nel suo nucleo una grande raccolta di opere presentate per la prima volta in Italia, e appartenenti ad un vasto arco di tempo teso tra il II millennio a.C. e l’epoca dei Maharaja, in un viaggio fatto di elementi architettonici, miniature, fotografie d’epoca, oggetti di uso rituale e quotidiano, costumi, tessuti, gioielli, accanto a statue e bassorilievi provenienti da importanti collezioni museali e private, tutti collocati in un contesto scenografico studiato proprio per riprodurre il più fedelmente possibile gli ambienti originari.
All’origine della mostra un comitato scientifico coordinato da Adriano Màdaro e composto da Marilia Albanese, indologa d’ampia formazione e da Renzo Freschi, esperto d’arte indiana, insieme agli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo, che sembra esser riuscito nel difficile compito di illustrare le tappe salienti della civiltà indiana attraverso due filoni principali che hanno come centro focale rispettivamente il Tempio e la Corte: “L’arte nell’India Classica” e “L’india dei Maharaja”.
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Un periplo culturale che comincia dalle sette religioni indiane: Hinduismo, Buddhismo, Jainismo e Sikhismo (autoctone); la religione dei Parsi, Cristianesimo e Islam (importate), passando per i miti e le grandi epopee indiane, con l’indispensabile viatico di monumenti letterari come il “Ramayana” del poeta Valmiki e il “Mahabharata”, per proseguire con una ricerca concentrata sugli scambi tra l’India e la Grecia, che hanno prodotto la singolare arte del Gandhara, corrente artistica, sviluppatasi in seguito alla formazione di regni indo-greci dopo la conquista da parte di Alessandro Magno, passando per la straordinaria ricchezza del pantheon hindu, fino alle sale che riportano dritti nel mondo dei Maraja, tra oggetti d’arredo, armi e i gioielli, creazioni artistiche e veri e propri talismani (tra questi, vi sono esposti pregiati pezzi della dinastia Moghul, casata musulmana regnante in India tra il XVI e il XIX secolo), le sete dai mille colori cangianti, le statue delle divinità più sinuose e gli arazzi più pregiati, con tanto di ampia sezione fotografica, per chiudersi con le testimonianze dei rapporti fra Italia e India, le cui origini risalgono addirittura all’epoca romana, per scoprire quanti italiani – alcuni famosissimi come Marco Polo e Nicolò Manucci – intrapresero la “via delle Indie”.

Via | trevisoinfo.it/palcadeicarraresimostre

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ultimo aggiornamento: 30-10-2013