Il motto della struttura è un gioco di parole che evoca “La nostalgia del futuro” e basta dare un occhio alla struttura per capire il perché. A metà tra un complesso futurista e il villaggio dei Barbapapà, il MuseumHotel situato sull’Ile Häusermann, e più precisamente a Raon-l’Etape, nella regione della Lorena, è una curiosa tappa per amanti del design. Nove strutture indipendenti sparsi a grappolo su un terreno situato nel cuore dei Vosgi. Le casette ovoidali in questione sono state disegnate dall’architetto svizzero Pascal Haüsermann negli anni ’60, abbandonate negli anni ’90 e poi restaurate dallo scultore Laurent Méthot, e ai suoi amici, costituiscono un interessante esempio d’epoca, con finestroni a ventaglio, porte in fibra di vetro, pavimenti a mosaico, decò singolari e luci ed interni ad hoc, in un’offerta che spazia (e sazia) di:

Bulles con doccia e toilettes, piccole o grandi, per due o cinque persone, che rispondono a nomi evocativi e decorazione annessa, di Zen, Pop Art, Star, Fifties, Chlorophylle. Un vero viaggio in un universo design nel quale il patrimonio pulsante può esser vissuto nell’arte.

C’è anche la stanza dell’amore, e un bar denominato l’Utopie, una sala aperta alle espressioni artistiche, ma niente televisione, sono solo alcune delle curiosità di questo singolare hotel capace di immergere i suoi ospiti in un’atmosfera da pieni anni ’70, con figli dei fiori e suggestioni psichedeliche annesse. Mobili stondati e coloratissimi, accessori al limite del kitch che rigurgitano accostamenti cromatici improbabili e non temono il sovraccarico, per tornare indietro nel tempo e approfittare con leggerezza e un pizzico di nostalgia, di un’epoca nella quale molte cose sembravano ancora possibili.

Foto by Alainalele.

Via | museumotel.com

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ultimo aggiornamento: 19-08-2013