Massimo Ambrosini e Paola Angelini sono sposati e condividono la bellezza di tre figli. Andiamo a scoprire qualcosa di più della donna.
Se Massimo Ambrosini, almeno per gli appassionati di calcio, non ha bisogno di presentazioni, in tanti si chiedono chi sia Paola Angelini, sua moglie, da cui ha avuto anche tre splendidi figli. Andiamo a scoprire qualcosa di più sulla donna.
Paola Angelini: chi è la moglie di Massimo Ambrosini
Dalle informazioni ricavate cercando sul web di Paola Angelini abbiamo scoperto, per la verità, ben poco. Sappiamo che è stata una modella. Ma non abbiamo tante informazioni sull’età. Potrebbe averne una vicina a quella del marito Massimo Ambrosini, oggi 45enne.
Qualche informazione in più arriva dal profilo Instagram della donna che vanta 12mila e cinquecento seguaci. Nei suoi contenuti sono diverse le foto personali, sue e della famiglia.
Sulla coppia, invece, ci sono maggiori informazioni. I due si sono sposati prima con rito civile e successivamente anche con quello religioso. Sono genitori, come detto, di tre figli. In tal senso, la coppia convive con una pesante malattia del figlio che da poco è stata rivelata: il diabete di tipo 1.
Questo obbliga la famiglia e il piccolo a dover seguire delle cure specifiche. Nonostante questo la loro è una famiglia molto unita e felice.
Ambrosini e la malattia del figlio
“Da sei mesi la mia vita e quella della mia famiglia sono state letteralmente sconvolte dalla malattia di nostro figlio più piccolo. Ad Alessandro è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, che è una malattia autoimmune, cronica e degenerativa e che, anche se non si vede, può avere delle conseguenze gravissime”, le parole di Ambrosini in un recente video pubblicato in un post Instagram.
“Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e fare iniezioni di insulina più volte al giorno, tutti i giorni. Al momento il diabete di tipo 1 è una malattia incurabile, ma c’è una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i parenti delle 200 mila persone fra adulti e bambini che hanno questa malattia, abbiamo la necessità e la volontà di sapere che prima o poi si arriverà a una cura definitiva”. […]
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