13 settembre 2014
Anche la Svizzera ha posato la prima pietra del proprio Padiglione che accoglierà i visitatori di Expo Milano 2015. Solo ieri c’è infatti stata la cerimonia di apertura dei lavori con la consegna di una scheggia del San Gottardo all’impresa che curerà la costruzione dell’immensa struttura (lo Swiss Pavillon sarà uno dei più grandi dell’Esposizione Universale meneghina).
Quasi 4500 saranno i metri quadri occupati dall’area al cui centro sarà situata la Casa Svizzera. Qui saranno ospitati eventi culturali gestiti dalle città di Basilea, Ginevra e Zurigo, le mostre dei cantoni Grigioni, Ticino, Uri e Vallese sul tema dell’acqua, l’esposizione scientifica di Nestlé sull’interazione fra cervello e corpo nella nutrizione, il ristorante, l’auditorio, e la sala VIP.
Accanto ci sarà un secondo complesso di torri, contenenti ciascuna dei generi alimentari tipici del territorio (non a caso il Pavillon porta tema “ConFoodEratio Helvetica”). Il visitatore potrà accedere alla terrazza dove potrà servirsi liberamente delle derrate alimentari stivate all’interno di questi depositi.
Ogni volta che questo avviene, un’animazione mostrerà il livello di risorse scendere, dimostrando come ogni comportamento in questo senso si rifletta sulla quantità di cibo disponibile per i visitatori successivi. Una sorta di allegoria che mostra quanto un consumo scellerato dei generi di prima necessità possa avere ripercussioni su tutto il pianeta.
Superare un certo limite significa infatti privare gli altri della possibilità di accedere a tali risorse.
Il Direttore generale della Divisione Partecipanti di Expo 2015 Stefano Gatti, che ha partecipato alla cerimonia di posa della prima pietra, proprio a proposito del tema scelto dal padiglione svizzero ha detto:
L’interpretazione architettonica e concettuale che la Svizzera ha dato al tema dell’Esposizione Universale, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, è veramente interessante e di alta qualità. Le originali “torri di alimenti” cui i visitatori avranno libero accesso rappresentano un invito a tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e a fare un consumo intelligente delle risorse
Per quanto riguarda le tempistiche, per vedere la fine dei lavori di costruzione della struttura si dovrà attendere gennaio prossimo, mentre esposizioni e spazi interni saranno allestiti entro la fine di febbraio. Dopo la fine di Expo, le torri saranno riutilizzate nelle città svizzere come serre urbane, mentre il 75% dei materiali delle infrastrutture usate potranno essere riciclati.
Svizzera, il Canton Ticino dice no agli stanziamenti pubblici per Expo 2015
29 settembre 2014
Parlavamo circa una quindicina di giorni fa del mega Padiglione che la Svizzera porta ad Expo 2015 (CFR l’articolo qui sopra). Ed oggi arriva la notizia che il Canton Ticino, se pur non mettendo in dubbio la propria partecipazione all’evento, ha deciso tramite referendum popolare, di tagliare gli stanziamenti pubblici finalizzati ad Expo Milano.
Si parla di cifre importanti, infatti se il Governo e il Parlamento ticinese avevano approvato un budget di 3,5 milioni di franchi (quasi 3 milioni di euro), con il blocco referendario la cifra scende a 1,5 milioni (1,2 milioni di euro) provenienti prevalentemente da fondi privati.
Il Presidente del Partito Liberale Radicale Ticinese, Rocco Cattaneo, non ha nascosto la propria delusione per quella che giudica una “vittoria del pessimismo”, con il credito per Expo bocciato dal 51,39% dei votanti:
Purtroppo ha vinto il pessimismo. Come cittadino, imprenditore e politico, il risultato mi fa male. La classe politica ticinese non è riuscita a far comprendere fino in fondo il significato di questo evento universale, che si terrà neppure tra un anno a Milano
In cosa si traduce, alla fine dei giochi, questa chiusura dei rubinetti della liquidità pubblica ticinese? Posto che la presenza del Cantone è assicurata, certamente i tagli imposti dal referendum ridurranno il numero di attività di promozione del territorio previste dal piano originario.
Il Canton Ticino ci sarà insomma, ma più in disparte e più in silenzio di quanto non avesse preventivato. Dura lex sed lex, ma in fondo il popolo è sovrano e non si discute. Solo i classici conti finali post Expo diranno se aveva ragione o torto.
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