Bekka presenta la nuova collezione per la questa primavera estate 2016, firmata dalla stilista Stefany Barberis con la supervisione del direttore creativo Olivia Magee, gioca con il bianco, il colore della luce, che va a contaminarsi con una gamma di sfumature cromatiche che vanno dalle tonalità del rosa, con schizzi di fuxia, al giallo fino ad arrivare all’azzurro cielo abbinato al rosa cipria e al rosso chiaro. Tracce di lilla e grigio fanno la loro comparsa in un abbinamento di tagli e stampe che degradano fino all’azzurro chiaro.

Il bianco è da sempre sinonimo di rigore, di eleganza, di purezza romantica ma anche di sensualità eterea. Un bianco che Bekka decide di destrutturare, sviluppando intorno ad esso quelle fantasie pittoriche che da sempre ne contraddistinguono e ne rendono speciali le collezioni, elementi grafici capaci di trasmettere una sensazione di leggerezza. Fanno la loro comparsa le mongolfiere, leggere e colorate, cupcake e le ciambelle più gustose. Per scoprire il mood del brand abbiamo incontrato ed intervistato il direttore creativo Olivia Magee.

Raccontaci la storia di BEKKA, come è nato il Brand?

“Bekka nasce come REBEKKA nel 2014, ad Aprile, ammetto dalla mia fantasia, un po’ visionaria e anarchica. Sono nata in Irlanda ma vivo in Italia da 20 anni. Ho pensato di “sfruttare” le competenze di mio marito nel settore tessile e in particolare nel campo della stampa e del design per creare un brand che riflettesse la nostra visione eccentrica e coloratissima della moda. Con l’arrivo, in azienda, della giovane stilista Stefany Barberis, fresca di laurea all’accademia delle belle arti, lo stile del brand ha preso forma e si è concretizzato nelle prime collezioni donna. La lenta ma costante evoluzione dell’azienda ha portato poi ad un ampliamento della struttura con l’arrivo di alcuni nuovi soci e, in vista di uno sviluppo commerciale anche internazionale, la metamorfosi del nome originale ha portato al definitivo BEKKA.”

Quali elementi estetici contraddistinguono la collezione primavera estate 2016?

“La collezione primavera estate 2016 ha rappresentato una “palestra” creativa per il team di BEKKA. Concepita all’inizio del 2015 per essere presentata nel Luglio 2015, questa collezione si è sviluppata attorno a diverse tematiche: il cibo, come omaggio all’Expo di Milano, la pittura astratta tanto amata da Stefany e gli oggetti di vita quotidiana inseriti in contesti grafici. Il lavoro di pittura manuale è l’elemento che contraddistingue, non solo questa collezione, ma tutta la filosofia creativa del brand. Ogni disegno è stato dipinto su carta e poi elaborato digitalmente per adattarlo alle strutture dei capi. Questa caratteristica rende i capi BEKKA estremamente “manuali” perchè il lavoro di adattamento è poco invasivo dal punto di vista grafico al fine di conservare l’aspetto artistico e “unico” del capo.”

Qual’è il pezzo “must have” della collezione?

“I modelli e i disegni inseriti nella collezione sono il frutto di una notevole scrematura delle idee e dei progetti, avvenuta questa per esigenze organizzative. Per quanto riguarda i disegni sono quattro quelli che hanno affascinato maggiormente buyer e clienti finali: i cupcake, le ciambelle, le mongolfiere e le matite. Se parliamo invece di modelli, quelli maggiormente apprezzati sono stati gli abiti con gonna a ruota, il capo al quale teniamo maggiormente, e gli abiti dalla struttura a trapezio, più classici ma con un tocco “retrò” a renderli estremamente versatili.”

Come si sposa, a tuo avviso, creatività e commercio?

“Il mercato dell’abbigliamento donna, in Italia ma anche all’estero, si è evoluto, negli ultimi anni, verso una grande frammentazione delle aziende e delle proposte. L’enorme produzione delle aziende asiatiche, soprattutto nei segmenti di prezzo più bassi, e la rapidissima ascesa di grandi brand della produzione/distribuzione internazionali, hanno rimescolato le carte di un settore che in passato era dominato dalle grandi case di moda e dagli artigiani. Grazie alle nuove tecnologie nel campo della stampa, alle lavorazioni a laser e all’adattamento di materiali innovativi all’abbigliamento piccole strutture, spesso ricche esclusivamente di creatività hanno potuto fare il loro ingresso sul mercato. Penso che il periodo sia assolutamente propizio anche perchè l’avvento dei social-network ha aperto canali di promozione della creatività che in passato erano assolutamente impensabili.”

Come vedi il futuro del fashion-sistem?

“Al di fuori del sistema storico delle grandi case di moda italiane, francesi e anglosassoni, credo che continuerà sicuramente ad evolversi sui canali delle grandi strutture distributive brandizzate, come Zara, H&M e spero su quelle aziende “di nicchia” come la nostra, che cercano di proporre uno stile molto identificabile.”

In che modo a tuo avviso i social network e i blog hanno e stanno cambiato il concetto di fashion?

“Totalmente oserei dire ma c’è una distinzione chiara da fare tra coloro, parlando di blog, che prendono seriamente quella che pare essere diventato, a tutti gli effetti, una nuova professione e chi si improvvisa o peggio ancora pensa di poter aggirare certe condizioni, andando magari ad acquistare seguaci e commenti e perché no like che in realtà non arriverebbero mai su quel profilo. Come azienda abbiamo avviato varie iniziative con blogger in linea alla nostra idea di moda capaci di veicolare uno stile oltre che di indossare un vestito Bekka. Dei social non se ne può più fare a meno e seguono di pari passi quello che una volta era l’unica vetrina di un brand, il suo sito istituzionale.”

[blogo-gallery id=”1023003″ layout=”photostory”]

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 04-06-2016