Gli Young British Artist erano un gruppo di artisti dell’ Accademia di Goldsmith di Londra protagonisti di mostre indipendenti che utilizzavano per le loro opere materiali deperibili. Tra questi c’èra anche il discusso Damien Hirst. Talmente deperibili che è stato necessario per la scultura di Marc Quinn ” Self” conservarla in un refrigeratore, poichè era fatta con il suo stesso sangue raccolto per cinque anni.
A curare la mostra quasi alla vigilia della Biennale presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Germano Celant con 50 opere di Quinn tra sculture, dipinti, disegni e diversi oggetti di cui 13 ancora inedite sui temi cari all’artista: la ricerca tra corpo e spiritualità, scienza e mondo circostante, bellezza classica contrapposta a quella reale. Una serie di dualismi contrastanti che Quinn porta avanti per svelarci il mistero della vita manifesta nelle forme della natura, sollevando anche qualche polemica. L’allestimento concorrerà a esaltare questo aspetto, creando una vera e propria scenografia per l’Isola di San Giorgio. Infatti Evolution del 2005, opera composta da dieci blocchi di marmo sbozzati grossolanamente, da cui nascono dei levigati feti in evoluzione, sarà installata nell’acqua ricordandoci il forte potere vitalistico dell’acqua.

Molto suggestiva e catalizzatrice, la scultura posta a Trafalgar Square che raffigura Alison Lapper incinta, artista inglese nata senza braccia e con una malattia alle gambe. Ma interessante anche il mio primo “incontro artistico” con Marc Quinn durante un viaggio a Oslo all’interno del teatro Folketeaterpass dove ho visto l’imponente scultura di Kate Moss, Mito Sfinge del 2006, che per la sintesi e formale, la purezza del modellato e la modernità concettuale, rende al massimo l’essenza poetica dei contrasti.

Foto| Dal sito di Marc Quinn, da London.gov.uk e Old.Likeyou.com

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ultimo aggiornamento: 13-05-2013