. Van Gogh nelle lettere scrive i suoi stati d’animo. E’ interessante notare come in nessun altro artista, la ricerca pittorica andasse di pari passo alle riflessioni sui suoi sentimenti,come se tutto ruotasse intorno al colore e alla luce. Lontana da ogni intellettualismo, al contrario dell’amico Gauguin, la sua pittura nasceva come un impeto vitale.
Ma già prima del 1889 Van Gogh, allontanandosi da Parigi e tornando ad Arles, inizia il suo dialogo con la notte, una notte reale oltre che interiore. Si allontana così, dai campi dei contadini che bruciavano di un giallo intenso e si apre al confronto con le serate cittadine. Lo si può immaginare facilmente, guardando il dipinto Terrazza del caffè in place du Forum ad Arles, venire a patti con una luminosità vuota come quella dei lampioni, mentre sopra indifferente una via più serena si profilava: il cielo stellato; oppure immaginarlo davanti ai tavolini di gente solitaria al Caffè in place Lamartine: un’amanità claustrofobica, disperata, ancora una volta rischiarata dalle luci a gas. Un grande alone circonda le lampade lo stesso che ritroviamo nel paesaggio del suo primo notturno Notte Stellata sul Rodano del 1888 e che trasformerà in un alone vorticoso e ancor più pesante nella famosa Notte Stellata.
Se prendiamo il treno per andare a Rouen o a Tarascona, possiamo prendere la morte per andare in una stella.(lettera 545, Van Gogh)
In una stella per Van Gogh c’è tutta la parte migliore del paradiso: alla disperata ricerca di una realtà diversa, lontana dalla sua, nella stella concentra tutte le speranze della sua inquietudine.
Ma la Notte Stellata di Saint Remy è dipinta da Van Gogh in un momento diverso, dopo il ricovero in manicomio per problemi fisici e psichici di paranoia. Van Gogh è alle prese con una nuova ricerca che scardina la forma per scoprire la forza del simbolo. I segni sono più marcati, le pennellate simili a sciabolate che feriscono la tela, materiche e in rilievo. La natura diventa ossessiva, come il suo animo, dal doppio volto. La grande onda simile ad un ceppo non è altro che un cipresso che impone la propria superiorità verticalizzante su tutta la città, somigliando ad un pinnacolo più alto del campanile sullo sfondo; e poi le montagne delle Alpilles minacciose, il cielo, tumultuosa via Lattea: tutto sembra riversarsi sull’umanità.
Eppure,ancora le stelle, fisse su di noi, uniche fonti di luce di una notte silenziosa, unica magia che lo affascinava e che affascina noi ancora oggi: un vortice di poesia e senso del dolore che Van Gogh ha reso degli assoluti capolavori.
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