Siete superstiziosi? Per voi allora venerdì 17 porta sicuramente sfortuna o almeno potrebbe farlo. Vediamo la storia di questo giorno.

Oggi è venerdì 17 e per tanti è un giorno che porta davvero tanta sfortuna. Una giornata potenzialmente “letale” dove ogni cosa, negativa, può accadere. Ma è davvero così? Quale è la storia dietro questa credenza? Andiamola a scoprire.

Venerdì 17 porta sfortuna? La storia

venerdì 17 gatto nero
gatto nero

Riguardo l’origine del 17 come numero sfortunato esistono svariate ipotesi: una delle più avvalorate riconduce la superstizione al latino. Nella lingua degli antichi romani il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI, ovvero “vissi“, quindi “sono morto“.

Esistono poi altre teorie tra cui quella che riporta ad una delle più gravi sconfitte dell’Impero romano: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell’anno 9 d.C. In quel tempo furono annientate tre intere legioni (la XVII, la XVIII e la XIX). L’episodio creò un enorme turbamento a Roma, tanto che non vennero più usati i numeri 17, 18 e 19 per alcuna legione.

La sfortuna del 17 potrebbe essere anche di origine biblica: nella Genesi (7,11) è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17 del secondo mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè. Mentre il numero abbinato al giorno, venerdì, sarebbe da attribuire ad origine cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì.

Se in Italia il 17 porta sfortuna (basta guardare la Smorfia Napoletana secondo cui il numero 17 sarebbe legato alla disgrazia), nel resto del mondo le cose sono diverse. Il numero che porta male è il 13 specie nei paesi anglosassoni.

L’associazione numerologica negativa si attribuisce tradizionalmente al numero dei partecipanti nell’Ultima Cena, da cui sarebbe scaturito la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato.

Unica eccezione positiva relativamente al 17 sembra essere la Cabala, poiché nasce – come spiegato da Il Giorno – “dalla somma numerica delle lettere ebraiche têt (9) + waw (6) + bêth (2). Queste, una volta lette, creano la parola tôv, che vuol dire ‘buono, bene'”.

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ultimo aggiornamento: 17-02-2023