Ma come è finita poi la storia della Villa Adriana di Tivoli, che rischiava di perdere il ‘bollino’ Unesco come bene Patrimonio dell’Umanità?

Dopo l’allerta dell’ente internazionale, gli esperti convocati dal Mibact nel luglio 2014 bocciarono la cosiddetta ‘lottizzazione Nathan’, senza poter però fermare i lavori. Il ministro Dario Franceschini, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, disse che

“vi sono i presupposti per rivedere la lottizzazione. Dal Ministero la posizione è netta e chiara”

Benedetta Adembri, direttrice di Villa Adriana, spiegava che:

“Il ministero ha fatto tutto nelle richieste della Commissione Unesco, abbiamo redatto un rapporto sullo stato di conservazione e comunque, come sito Unesco, dobbiamo redigere dei rapporti periodici sulle situazioni del bene iscritto. Comunque la questione è in corso”

Dal canto suo Barbara Mezzaroma, ad della Impreme, commentava:

“Sono davvero convinta che il nostro sia un progetto di riqualificazione del territorio e mi dispiace di non essere stata coinvolta in un tavolo con le istituzioni, Comune di Tivoli, Regione Lazio e Ministero. Ho dei diritti anche io, abbiamo fatto degli investimenti in più di 30 anni. Dalla nostra abbiamo anche il pronunciamento a favore del Tar, che nel 2006 ci ha dato ragione. Come succede in questi casi, è stato stimato un risarcimento danni che ci sarebbe dovuto se intentassimo una causa. Parliamo di circa 90 milioni di euro”

Ad agosto 2014 il Comune si diceva pronto a revocare l’ok dato al piano. Il primo cittadino Giuseppe Proietti, dopo aver studiato insieme all’assessore all’Urbanistica gli atti, invitò il Mibac (si legge su un articolo del Fatto Quotidiano) ad

approfondire un passaggio del lungo iter procedimentale inerente l’autorizzazione paesistica rilasciata dalla Regione Lazio

spiegando che:

“Dalle carte sembrerebbe che il piano di lottizzazione non potesse essere autorizzato dalla Regione. I vincoli paesistici esistenti al momento dell’approvazione quindi parrebbero non compatibili con la lottizzazione in questione. Se dalla verifica richiesta al Mibac venisse confermata l’ipotesi avanzata della nostra amministrazione, porteremo la questione in consiglio comunale per procedere immediatamente con la revoca, in via cautelativa, del piano di lottizzazione”

Ma, dato che ormai è passato quasi un anno, a quanto pare la soluzione della vicenda sembra ancora lontana.

Via | Rai News, Fatto Quotidiano

Villa Adriana a Tivoli: a rischio il bollino Unesco

Dopo Pompei un altro importante sito archeologico italiano non se la sta passando troppo bene: nel 1999 i resti della Villa Adriana a Tivoli hanno ottenuto il prezioso riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità, riconoscimento che il sito archeologico potrebbe (purtroppo) presto perdere.

Segnala infatti il Corriere che i visitatori sono in calo da anni: sono stati solo 102.302 nel 2013, per un incasso totale di 386.355 euro (-55% rispetto agli introiti di quattordici anni fa). Il fatto poi che la zona non sia raggiungibile con i mezzi pubblici è un altro punto a sfavore.

Il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, ha commentato in una nota:

“Se un sito straordinariamente bello ed importante come Villa Adriana perde progressivamente visitatori, significa che la gestione del bene va radicalmente rivista. E’ francamente incredibile che un luogo così prezioso sia di fatto non raggiungibile e periodicamente minacciato da progetti incompatibili con la natura del bene.?Mi auguro che si faccia tutto il possibile e soprattutto tutto ciò che non è stato fatto fino ad ora per valorizzare un sito che non merita l’affronto dell’attuale degrado e tanto meno una lottizzazione invasiva come quella prevista dal piano Nathan”

E qui si viene al punto: dopo essere scampati al rischio di veder sorgere vicino alla dimora dell’imperatore Adriano una discarica, dietro l’angolo ci sarebbe un progetto edilizio di 191 mila metri cubi progettato dall’architetto Paolo Portoghesi, che dovrebbe sorgere nei paraggi del complesso. Anzi, fin troppo nei paraggi: secondo gli ambientalisti infatti il complesso costituirebbe una violazione della zona cosiddetta ‘buffer zone’, ovvero l’area concordata con l’Unesco a tutela dei patrimoni storici che ricevono il bollino di Patrimonio dell’Umanità. Tra l’altro negli anni la ‘buffer zone’ sarebbe stata già violata più volte con diverse costruzioni.

Dalla sua il costruttore sostiene che l’intervento metterebbe ordine (?) “nel caos edilizio circostante”, e tramite un comunicato stampa è stato reso noto che:

“Quelle dell’Unesco riguardo la zona cuscinetto sono indicazioni non vincolanti che, peraltro, non prevedono un raggio preciso entro il quale è vietato costruire”

Ovviamente l’ente internazionale ha inviato una richiesta di chiarimenti al ministero competente, che ha dato affidato ad un team di esperti l’incarico di redigere una relazione (consegnata al ministro Franceschini nei giorni scorsi).

Se a causa della cosiddetta ‘lottizzazione Nathan’ – una vicenda che va avanti dal 1981! – Villa Adriana perdesse l’ambita certificazione, sarebbe il primo caso di Patrimonio dell’Umanità retrocesso. Con inevitabili ripercussioni sull’immagine dell’Italia nel mondo.

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Via | Corriere

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ultimo aggiornamento: 12-03-2015