Uno yacht di lusso costa tanto, anche in termini di gestione. Mantenere un gioiello nautico impone delle spese inaccessibili ai comuni mortali, che possono solo curiosare fra le cifre. Premetto che queste non hanno il valore di teorie assolute, ma aiutano a farsi un’idea.

I dati cui facciamo riferimento giungono da Floating Life Holding, gruppo svizzero specializzato nella gestione, charter e vendita di super e mega yacht. Torniamo al quesito iniziale: quanto costa ogni anno tenere un panfilo? Prima di entrare sul terreno delle cifre, si impone qualche riflessione di ordine generale.

Nell’ultimo ventennio le dimensioni delle imbarcazioni a vela e motore sono salite clamorosamente. E con esse sono aumentati gli oneri di mantenimento. Voci di costo legate ad equipaggi imbarcati, porti, spese di logistica, spese amministrative e spese correnti di consumo come cambusa e approvvigionamenti sono in relazione diretta alle dimensioni della barca.

Se aumentano le misure, sale ogni voce e di conseguenza si complica la gestione del panfilo. Qui si comprende la necessità di avvalersi di società specializzate nel management di super yachts. Ma come si suddividono le spese di gestione annuali?

Barche a motore o a vela, dai 35 ai 40 metri (oggi le più comuni dimensioni nei porti italiani ed internazionali) hanno un costo medio di gestione che si aggira intorno al 1.000.000 di euro annuo tra posto barca, carburante con navigazione media di 100 ore, maintenance e rimessaggio, costi amministrativi (permessi e assicurazioni). Di questi, 400-500.000 euro sono legati alla spesa per la gestione di un equipaggio di 4-5 persone comprensivo di stipendi e spese generali.

La ripartizione delle spese in percentuale è:

-30% dato dalla gestione tecnica dello yacht composto dai lavori di manutenzione ed invernaggio. In questo deve essere compresa la spesa di shipping verso e dai Caraibi (300.000 euro);

-25% dato dai costi del personale, che va dalle spese legate alla gestione del reclutamento, passando alla negoziazione fino al controllo del rendimento, ovviamente compresi gli stipendi e gli extra (250.000 euro);

-15% dato dall’uso che ne fa l’armatore ovvero comprensivo delle spese legate al soggiorno a bordo del proprietario e dei suoi ospiti ed al rifornimento di carburante (150.000 euro);

-10% dato dalla logistica ovvero dalla prenotazione dei porti, dall’approvvigionamento di materiali ed attrezzature di bordo. In questo sono compresi i sea toys ovvero i tender, i jet-sky, gli elicotteri e tutte le spese leisure on board sostenute durante la vacanza (100.000 euro);

-10% dato invece dai prodotti di consumo come dagli articoli di pulizia, di corredo degli interni e complementi d’arredo (100.000 euro);

-5% dato dalle spese amministrative legate al mantenimento della società armatrice, alla bandiera, al management ed agenzie varie (50.000 euro);

-5% dato da altre spese come consierge o legate al marketing ed alla comunicazione per il charter, che ad oggi rimane la sola voce positiva del bilancio di un superyacht (50.000 euro).

Via | Sand People Communication

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ultimo aggiornamento: 27-01-2015