E’ un video già diventato virale quello diffuso su Youtube che mostra le modifiche che la moda ha imposto alle forme femminili nei secoli, anzi, nei millenni. Varianti che offrono tutta la possibile gamma di misure e caratteristiche: fianchi larghi e burrosi, no, meglio stretti e alti, pelle chiara quasi trasparente, no, più bella scura, abbronzata…

All’inizio può essere un giochino divertente, un pochino straniante vedere riassunti in pochi minuti periodi storici che dal punto di vista dell’estetica hanno raccontato la bellezza femminile in modi tanti differenti, ma alla fine la sensazione che rimane è molto amara: quanto siamo state a siamo ancora vittime di questi modelli “imposti”?

Si parte dall’antico Egitto, quando una donna poteva dirsi bella se flessuosa, scura di carnagione, con spalle piccole e viso perfettamente definito e simmetrico, e si finisce con la bellezza postmoderna di oggi, con ampie forme su corpi perfettamente scolpiti. In mezzo… ne abbiamo di tutti i colori e di tutte le misure, dalle opulente donne rinascimentali alle ragazze dal seno piatto e dalle lunghe gambe in “voga” nei “ruggenti” anni venti.

Ogni volta ci siamo adattate, ogni volta abbiamo accettato di piegare i nostri corpi al modello imperante, ci siamo messe a dieta (ingrassante o dimagrante, a seconda delle necessità), abbiamo schiarito la nostra pelle o l’abbiamo scurita in modo artificiale, abbiamo indossato stretti corsetti che mozzavano il respiro pur di sfoggiare innaturali vitini di vespa o sottoposto i nostri pedi ad indicibili torture per mantenerli piccoli come quelli di una neonata.

La verità è che sul corpo della donna, che è bello e perfetto per definizione, qualunque caratteristica abbia perché è un corpo da cui nasce la vita, si è combattuta e si combatte una guerra millenaria che sempre ci vede come oggetto e mai come soggetto. Chi decide che forma dobbiamo avere?

Oggi è facile rispondere: la moda, il marketing della moda. Ciò che si impone è il prototipo di bellezza che vediamo sui cataloghi e sulle riviste fashion, con e senza ritocco di photoshop. Ma se ci fermassimo a questa analisi superficiale commetteremmo un grosso errore di valutazione di un fenomeno che affonda le sue origini nella storia dell’umanità.

Infatti la manipolazione del corpo femminile è antichissima, e nasce dalla necessità (soprattutto maschile) di creare un modello unico di riferimento che rifletta le esigenze sociali e il trend culturale di riferimento. Nel passato, ad esempio, quando si soffriva la fame, il prototipo di bellezza femminile era associato alla floridezza e all’abbondanza delle carni che erano riflesso di salute e fecondità versus denutrizione, malattia e invecchiamento precoce.

Ma il corpo della donna è anche strumento di seduzione naturale necessario per la proliferazione della specie, a allora nelle società in cui un alto tasso di fecondità era considerato prioritario, pensiamo solo all’epoca vittoriana, quando la Rivoluzione industriale impiegava largamente la manodopera infantile, la donna bella doveva avere fianchi larghi e seni generosi, che erano di per sé indicatori di fertilità.

Osservando le modelle nel video, si può pensare che le mode sono transitorie e che noi possiamo seguirle o meno, ma siamo davvero in grado di poter affermare la nostra totale libertà dalle imposizioni estetiche che ci bombardano?

Davvero siamo in grado di accettare il nostro corpo con le sue caratteristiche anche se opposte rispetto al prototipo di bellezza imposto dai Media? Se siamo piccole e cicciottelle, se abbiamo poco seno e gambe corte e paffute, se i nostri zigomi sono poco prominenti e le nostre labbra sottili, possiamo guardarci allo specchio e dire: va benissimo così? Riflettiamoci.

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Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 29-01-2015