Per la lotta alla violenza sulle donne ora c’è uno strumento in più: è stata infatti approvata da Palazzo Madama la Convenzione di Instanbul, un passo in avanti per poter cercare di porre fine ad una piaga come il femminicidio che in Italia nel 2012 ha ucciso molte donne, troppe donne, morte per mano degli uomini a loro più vicini.

La Convenzione di Instanbul, come ricorda la senatrice Alessia Petraglia, esponente toscana del partito Sinistra Ecologia e Libertà, è un ottimo passo in avanti, anche se sul piano culturale c’è ancora molto da fare. La Convenzione permette di avere uno strumento per poter contrastare questo fenomeno, in continua crescita nel nostro paese con i troppi casi di femminicidio o di maltrattamenti, fisici e mentali, che le donne subiscono ogni giorno da parte degli uomini.

Ma c’è ancora molto da fare:

Estirpare la violenza sulle donne richiede un lungo lavoro sociale di prevenzione, di formazione, di educazione per far crescere una cultura di genere. Occorrono interventi mirati nelle scuole, nei mass media, occorre incoraggiare e promuovere quelle realtà che in questi anni hanno avuto un ruolo di primo piano nel contrasto della violenza.

La senatrice ricorda che dal 2007 in Toscana esiste una legge contro la violenza di genere, che potrebbe essere usata come modello dalle altre regioni italiane. Ma serve molto altro, serve un sistema che aiuti a prevenire il fenomeno, a formare e ad accogliare, creando una rete di soggetti che possano davvero aiutare le donne in difficoltà, le donne che sono vittime di violenze. Ma non solo loro, anche bambini, anziani, omosessuali, immigrati: a Grosseto, ad esempio, è stato sperimentato un percorso speciale per tutte quelle persone che subiscono violenze e che si presentano al pronto soccorso. Sistema che presto verrà esteso anche alle altre Asl. Per non far più sentire sole le vittime di abusi e maltrattamenti!

Foto | da Flickr di serainlaguna

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ultimo aggiornamento: 19-06-2013