Colpevolmente sottovalutata fino a pochi anni fa, l’endometriosi è una malattia dell’apparato riproduttivo femminile che, secondo recenti stime, colpisce ben una donna italiana su 5. Spesso caratterizzata da sintomi molto dolorosi, l’endometriosi è anche una delle prime cause di infertilità femminile. Di che patologie si tratta esattamente?

Per capire l’endometriosi, dobbiamo considerare l’anatomia femminile, in particolare la conformazione dell’utero. Questo organo, nella parte interna, è ricoperto di un tessuto chiamato endometrio, una sorta di mucosa che durante le mestruazioni in parte si sfalda e viene eliminata con il flusso ematico insieme all’ovulo non fecondato.

Qualche volta, per cause sconosciute e una predisposizione genetica, il tessuto endometriale viene prodotto in quantità abnorme, finendo per fuoriuscire dalla cavità interna dell’utero ricoprendo sia questo organo che le ovaie da una sorta di membrana. Nei casi più gravi il tessuto endometriale arriva a ricoprire le tube di Falloppio e persino parte dell’intestino.

Sebbene di natura benigna, questa membrana che avvolge gli organi riproduttivi creando una serie di problemi sia alla normale funzionalità ovarica, arrivando a bloccare l’ovulazione e provocare infertilità, sia al ciclo mestruale, che si altera diventando emorragico e dolorosissimo. Vediamo i sintomi principali dell’endometriosi:

  • Mestruazioni dolorose (dismenorrea) con crampi che talvolta solo iniezioni antispastiche riescono a lenire
  • Mestruazioni lunghe e molto abbondanti
  • Dolore pelvico
  • Dispaneuria (dolore durante i rapporti sessuali)
  • Perdite ematiche tra un ciclo e l’altro
  • Malattie infiammatorie dell’intestino
  • Sangue nelle urine o nelle feci
  • Dolore durante l’evacuazione

Nei casi più lievi l’endometriosi può essere, però, del tutto asintomatica e non impedire una normale vita sessuale né eventuali gravidanze, mentre nei casi più seri si deve ricorrere all’intervento chirurgico per rimuovere il tessuto endometriale eccedente. Alle ragazze giovani si prescrive spesso la pillola anticoncezionale, che bloccando l’ovulazione impedisce anche la proliferazione dell’endometrio. Analogamente si può seguire una terapia ormonale avente lo stesso scopo.

Una volta che il tessuto endometriale si stato rimosso, la persona sta decisamente meglio e i sintomi regrediscono, ma l’endometriosi tende e riproporsi. Spesso dopo una gravidanza la malattia regredisce spontaneamente, mentre in caso di difficoltà a restare incinta, si può ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita. In ogni caso, se vi ritrovate nei sintomi decritti poc’anzi, non trascuratevi ma andate subito dal ginecologo per una visita accurata, in modo da affrontare subito la malattia senza dover soffrire inutilmente.

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ultimo aggiornamento: 12-08-2013