Difficile sentire di qualcuno che abbia il problema di dormire troppo, dato che è molto più diffuso il disturbo opposto, ovvero l’insonnia. Sappiamo da diversi studi, ma soprattutto dalla nostra esperienza comune, che poco sonno, o un sonno di cattiva qualità troppo leggero e punteggiato da continui risvegli, fa male alla salute, mina il nostro equilibrio psico-fisico e spesso è sintomo di uno stress eccessivo.

Tuttavia, se è vero che dormire meno di 6 ore per notte non è affatto buon segno e, alla lunga, può provocare scompensi e disagi, è altrettanto vero che l’eccesso opposto, quindi il dormire oltre 10 ore per notte, può essere a sua volta un campanello d’allarme.

La depressione clinica, stati di ansia e di disagio psicologico, disturbi della personalità, vengono spesso manifestati proprio da una ipersonnia, ovvero la necessità di dormire oltre il bisogno normale fisiologico. Questa patologia ha caratteristiche a sé stanti che non sempre e non solo sono collegate con disturbi della psiche, ma è indubbio che in molti casi esista questa possibilità.

Talvolta il dormire troppo per la persona ansiosa rappresenta una sorta di “rifugio” dalle preoccupazioni quotidiane, un modo per evadere dalla realtà e per prendersi una bella pausa. Dopo periodi di grande stress emotivo, lutti, separazioni, superlavoro, tuttavia, trascorrere periodi in cui si dorme più a lungo del normale può essere un modo naturale e “sano” per rigenerarsi sia dal punto di vista fisico che mentale.

Il problema sorge quando questi periodi di ipersonnia durano oltre il lecito, quando ci si svegli al mattino con gran fatica e quando si pensi sempre e solo al momento di andare a dormire. In questi casi il sonno diventa una sorta di “droga”, proprio come il cibo per chi soffra di bulimia. Come uscirne? Bé, in questi casi ritrovare l’equilibrio significa fare un bel viaggio dentro di sé e scoprire le origini del proprio disagio, della propria voglia di evasione dalla realtà. Se la propria vita non piace, se non la si accetta, è forse giunto il momento di apportare dei cambiamenti consapevoli ed efficaci, per ritrovar la propria naturale vitalità ed energia.

Quindi, la cosa migliore è quella di incominciare un percorso terapeutico con un bravo psicologo, e magari affidarsi al monitoraggio delle proprie funzioni vitali con il biofeedback, che in questi casi potrebbe fornire utili informazioni. In ogni caso, non lasciarsi andare è sicuramente la regola d’oro da seguire. Per stare bene dobbiamo certamente poter contare su un sonno di buona qualità, ma il resto della giornata deve rappresentare per noi sempre una nuova, bella sfida, e non un incubo da cui fuggire.

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ultimo aggiornamento: 29-08-2013