La bilirubina è un composto derivante dalla distruzione dei globuli rossi, che può avvenire per naturale invecchiamento o per una malattia a carico dell’organismo. La bilirubina indiretta è quella che ancora non è arrivata nel fegato, dove viene metabolizzata, mentre quella diretta è quella che ha già raggiunto l’organo. Misurare i livelli di bilirubina nel sangue è importante per capire se il nostro organismo funziona bene.

Eventuali livelli alti di bilirubina totale (data dalla somma di quella diretta e di quella indiretta), infatti, possono indicare la presenza di cirrosi epatica, colestasi, neoplasie epatiche, ma un aumento dei valori si manifesta anche in gravidanza, in caso di emolisi con danni epatici oltre che dopo l’assunzione di alcuni farmaci, tra i quali anche il paracetamolo. Una diminuzione dei valori della bilirubina totale possono essere il segnale di anemia o può manifestarsi dopo aver assunto barbiturici.

Se ad aumentare sono i valori della bilirubina indiretta potrebbe trattarsi di anemia perniciosa, anemie emolitiche, difetto di attività glicuronil-transferasica, che si manifesta in alcune forme di ittero, ittero di israels, porfirie congenita, Sindrome di Gilbert, talassemia, mentre un aumento della bilirubina diretta indica anemia, ittero, cirrosi, colestasi, epatite, ostruzione delle vie biliari.

Tutte queste patologie vanno curate curando la causa e la malattia che le ha scatenate, diversa invece, la situazione nel caso livelli alti vengano individuati nel neonato.

Un eccesso di bilirubina nei neonati provoca l’ittero neonatale, con colorazione giallastra della pelle e della sclera: nei casi lievi la bilirubina in eccesso viene eliminata dal corpo autonomamente, mentre nei casi gravi si ricorre alla fototerapia, mentre è consigliabile aumentare la frequenza delle poppate o passare al latte artificiale per aumentare le probabilità di espellere la bilirubina con le feci.

Via | Albanesi

Foto | da Flickr di sully213

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ultimo aggiornamento: 25-10-2013