Una donna in gravidanza può facilmente scoprire di essere un po’ a “corto” di ferro, il minerale costitutivo dell’emoglobina del sangue, ovvero la principale proteina dei globuli rossi (o eritrociti), che ha il compito di convogliare l’ossigeno dagli alveoli polmonari agli organi e ai tessuti del corpo.

Durante la gestazione il ferro materno viene condiviso con il feto, con il rischio di esaurire le riserve sideremiche della madre se il minerale non viene reintegrato in modo corretto. Una condizione di anemia è perciò la conseguenza di questa carenza.

I sintomi di una carenza di ferro sono abbastanza tipici: debolezza, senso di spossatezza immotivata, tachicardia, pallore (della cute, ma anche delle mucose, che appaiono di un color rosa sbiadito), irritabilità, memoria labile, disturbi del sonno, unghie fragili, inappetenza e fiato corto.

Questi segnali del corpo non vanno mai sottovalutati, perché sebbene una lieve riduzione del ferro nel sangue in gravidanza sia fisiologica, scendere sotto i livelli di guardia potrebbe essere molto pericoloso. La futura mamma che sperimenti questi sintomi deve quindi farsi prescrivere alcuni test ematici, in particolare l’esame emocromocitometrico completo, più sideremia (che rileva il ferro libero nel plasma), ferritina e transferrina che invece indicano a che livello sono le riserve sideremiche materne.

Quando l’emoglobina, l’ematocrito e il numero di globuli rossi calano sotto la media, e il ferro è molto basso, è probabile che sia necessario assumere degli integratori alimentari. In genere sono efficaci e la condizione di anemia si supera. Se la carenza è lieve, invece, può bastare l’alimentazione.

I cibi su cui puntare sono le carni (sia rosse che bianche), le uova, i vegetali a foglia verde da assumersi in associazione alla vitamina C che rende il minerale biodisponibile (basta condirli con succo di limone), il pesce e in particolare i frutti di mare, legumi e frutta secca in guscio. Nei casi di anemia grave, invece, ovvero quando l’emoglobina scenda sotto gli 8 HB, potrebbe rendersi necessario sottoporre la futura mamma e qualche trasfusione di sangue o di plasma sanguigno.

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ultimo aggiornamento: 21-03-2014