Il matrimonio non è solo amore, felicità, ma anche fatica e a volte conti da pagare. Secondo gli ultimi dati Istat separazioni e divorzi hanno registrato un calo. In continua crescita dal 1995, hanno finalmente registrato una battuta d’arresto. Come mai? Si è riscoperto il valore del sacro vincolo? Non è proprio così. A pesare è la crisi economica e il mutuo.

La durata media del matrimonio al momento dell’iscrizione è di circa 16 anni per le separazioni e a 19 anni per i divorzi. Gli sposalizi più recenti durano e le unioni che saltano, dopo 7 anni, sono passate dal 4,5% al 9,3%. C’è poi una sorpresa: le nozze religiose risultano essere più stabili e i matrimoni più recenti durano meno.

Questa è l’ultima fotografia del famoso istituto di ricerca. Quello che però va sottolineato è che questo calo non dovuto a un fervore religioso o al ritrovato amore dopo anni passati a litigare, semplicemente alle bollette, al lavoro precario e ai mutui (che sono un vero salasso) obbligano le coppie a stare insieme: 227mila italiani, pensate, continuano a pagarlo nonostante non vivano più nella casa coniugale perché oltre alla difficoltà di accedere al mutuo, c’è quella di rinegoziarlo o di vendere la casa, senza perderci troppo.

L’età media alla separazione è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 49 e 46 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature (le coppie attendono non solo la fine degli studi ma anche la tranquillità economica) e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne.

Via | Istat

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ultimo aggiornamento: 25-06-2014