Una città ideata da donne, costruita e frequentata solo da donne. Vi ricorda Fellini, oppure gli harem dei tempi di Solimano il Magnifico? No, nulla a che vedere, perché questa area urbana non sarà residenziale ma industriale, dato che servirà per permettere l’inserimento nel mondo del lavoro delle professioniste saudite che attualmente non trovano occupazione per via della rigida separazione dei sessi che vige per legge.

La città delle donne sorgerà nella zona orientale dell’Arabia Saudita, nei pressi di Hofuf e del suo aeroporto, sarà vasta circa 500mila mq e dovrebbe diventare una realtà nel 2020. L’idea di realizzare un polo urbano per il business “in rosa” è nata da gruppo di imprenditrici saudite nel 2003, ed è stata successivamente approvata dal Ministero per l’Industria e il Commercio del Regno.

Questo agglomerato di industrie, uffici, servizi, abitazioni e Centri di formazione, sorgerà in modo progressivo, e il primo stabilimento, attualmente in costruzione, ospiterà 50 lavoratrici. Quando la città sarà terminata dovrebbe offrire posti di lavoro a circa 5mila donne, in modo da permettere alle tante professioniste (provviste di lauree e qualificazioni, spesso di altissimo livello) dell’Arabia Saudita attualmente inoccupate, di mettere a frutto le proprie capacità per contribuire alla crescita del Paese, ma senza “intaccare” la struttura sociale saudita in cui vige la separazione di genere che mortifica e discrimina fortemente la popolazione femminile.

Da uno studio del 2012 risulta che il tasso di occupazione femminile in Arabia Saudita è del 14,4% contro il 78% di quello maschile. La città sarà costruita con tutti i comfort, sì da rispettare la privacy delle lavoratrici, e ogni area sarà collegata in modo efficiente dai mezzi pubblici. In buona sostanza, si tratta di una sorta di compromesso, che permetterà alle donne saudite di esprimere il proprio potenziale in un modo soft, mantenendo la separazione anche fisica dal mondo imprenditoriale e commerciale maschile in modo da evitare possibili – “pericolosi” – contatti. Occhio non vede, cuore non duole?

Non sappiamo se questo progetto sarà davvero di aiuto alle donne saudite per emanciparsi, la parità di genere non si attua certo creando “ghetti” – seppur di lusso – per il business in rosa, e del resto non pare che i diritti delle donne rientrino all’interno di questo city plan. Certo è che una donna indipendente, una donna che lavora e che guadagna, fosse anche meno dei colleghi maschi, è una donna che più voce in capitolo, e pertanto ci pace pensare che la creazione di questo polo urbano di sole donne saudite, preparate e intraprendenti, rappresenti l’inizio di un percorso di apertura della società saudita per il raggiungimento dell’equilibrio di ruoli tra i sessi e la fine di una anacronistica discriminazione femminile.

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Fonte| Globalconreview.com
Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 21-08-2014