E’ capitato a tutte le donne di passare periodi di sconforto o di stress “annegati” in dolci e cibo spazzatura. Certe giornate grigie, solitarie, in cui ci sentiamo le ultime creature sulla faccia della terra, e l’unica consolazione è un morbido bignè al cioccolato, che ci garantisce un effimero e fuggevole senso di appagamento.
Capita. Il cibo è sempre a disposizione, un mezzo facile, economico e non pericoloso come l’alcool o la droga per colmare quel piccolo vuoto interiore, che non è fame, ma ci somiglia tanto.
La fame nervosa è un problema comune, sempre in agguato ma più o meno gestito, tenuto sotto controllo da tutte, anche perché, per fortuna, ai periodi “neri” si alternano altri di “luce” in cui sembra che al cibo neppure ci pensiamo e i chili di troppo accumulati si riescono a smaltire facilmente.
Ma cosa accade quando, invece, proprio l’idea di riempirci lo stomaco con qualche “schifezza” diventa il centro della nostra vita? Quando il nostro primo pensiero del mattino è il cibo, e sempre il cibo è l’ultimo prima di addormentarci? Quando non vediamo l’ora di abbuffarci, e lo facciamo in modo animalesco, vorace, rapidissimo proprio come prese da un raptus, senza riuscire a capire perché ci assale quella voglia irrefrenabile di mangiare e come fare a “contenerla”?
Se questo ci accade, è perché, verosimilmente, soffriamo di quello che vien definito binge eating disorder, sindrome dell’alimentazione incontrollata. Un disturbo dell’alimentazione che più di frequente colpisce le donne, sia giovani che mature. Da cosa nasce questa problema e chi è più a rischio di cadervi?
In genere, a differenza di altri disturbi dell’alimentazione come anoressia e bulimia, il binge eating disorder colpisce donne già in sovrappeso, o comunque tendenzialmente in carne, che ad un certo punto della vita, letteralmente “gettano la spugna” e si abbandonando a continue abbuffate che le fanno ingrassare sempre di più e le espongono a problemi di salute seri.
A differenza della “semplice” obesità, la sindrome da alimentazione incontrollata è caratterizzata da attacchi di fame compulsiva che si manifesta “in solitario”, seguita sa sentimenti di vergogna, di umiliazione ed indegnità. La persona affetta da binge eating disorder ha un’autostima bassissima, legata al fatto di essere sempre stata grassa e di non avare controllo sul proprio senso di fame, quindi, in virtù di questa scarsa considerazione, continua a “punirsi” ingozzandosi senza misura.
Il cibo diventa un mezzo di consolazione, che porta a momenti di vera e propria alienazione. A differenza delle donne bulimiche, quelle affette da sindrome dell’alimentazione incontrollata non compensano con il vomito l’eccessivo introito di cibo, pertanto le conseguenze del loro comportamento sono visibili ad occhio nudo, aumentando il loro dramma interiore e il senso di indegnità.
Questa sindrome può accentuarsi dopo periodi di stress, dopo delusioni o in particolari fasi della vita, come l’adolescenza o la menopausa. Per guarire dal binge eating disorder la sola dieta non serve a nulla, è necessario affidarsi ad un bravo terapeuta che sia esperto in disturbi dell’alimentazione che, in collaborazione con un nutrizionista, segua la paziente e curi innanzi tutto la sua psiche ferita, e poi il suo corpo.
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