In questi giorni è come se fosse esploso un enorme vaso di Pandora e le polemiche e le accuse sembrano non avere fine, centinaia di donne si sono unite alle accuse di Asia Argento contro Harvey Weinstein. La notizia è ormai di dominio pubblico e rimbalza in America e in Europa come un triste tam tam in cui tutti sapevano, ma nessuno diceva nulla. Asia Argento ha dato il via a tutto accusando il celebre produttore cinematografico statunitense di aver abusato di lei quando aveva 21 anni, nel 1997.
I fatti sono inequivocabili e sono stati supportati da tante altre attrici che hanno appoggiato Asia con testimonianze identiche alla sua, che fanno capire quanto marci e poco chiari siano certi ambienti. Quello che però lascia senza parole è il giudizio che viene dato ad Asia e alle tante donne che, come lei, hanno parlato adesso delle violenze subite ad Hollywood e nel mondo del cinema. Sui social i giudizi più aspri arrivano proprio dalle donne, che accusano queste attrici di aver usufruito dei privilegi ed adesso di urlare agli abusi, come se loro non fossero state consenzienti.
Da quando i social sono entrati a gamba tesa delle nostre vite è come se ci avessero concesso il dovere di dare il nostro parere su tutto, di esprimere giudizi su cose che non ci competono e che non abbiamo gli strumenti per giudicare. Leggere tutte queste accuse è davvero penoso, non è scontato che in quanto donne si debba essere unite e sostenersi, ma io credo che se non si è in grado di comprendere, forse, è meglio non esprimere giudizi. La cosa che dovrebbe far riflettere è che Asia Argento è stata attaccata così duramente solo in Italia.
Nella vita capitano cose terribili e ognuno di noi reagisce in modo diverso, possiamo essere forti e di carattere a non conta niente come siamo in generale o come pensiamo di essere, nel momento del pericolo vero, mentre siamo impaurite e sotto shock può succedere tutto, anche essere tradite da noi stesse, da tutto quello che eravamo sicurissime di essere. Quante volte ci siamo sentite a disagio, messe in trappola o umiliate? Quante volte abbiamo reagito con un sorriso di circostanza e siamo andate via?
Non bisogna per forza essere amiche di Asia Argento, fare le femministe a tutti i costi e sostenersi a spada tratta, basterebbe solo astenersi dal dire cattiverie gratuite che possono solo ferire le vittime. A volte quello che ci succede lo capiamo dopo, solo a mente fredda riusciamo ad analizzare i fatti e a renderci conto del momento preciso in cui avremmo dovuto fare una scelta piuttosto che un’altra, e nella maggior parte dei casi, in quel momento lì non avevamo minimamente idea di nulla. Nel caso delle attrici entrano in gioco l’ambizione, la carriera, la voglia di emergere, ma quante volte le donne si ritrovano violentate o uccise da un potenziale principe azzurro solo perché cercavano disperatamente l’amore. Anche queste “se la sono cercata”?
Non esistono abusi e violenze di serie A e di serie B, che sia una violenza fisica o psicologica, il danno arrecato è uguale. Che sia un vicino di casa che ci costringe a cambiare abitudini, un regista che abusa della nostra fragilità, un marito che ci annienta giorno dopo giorno o uno sconosciuto che ci insulta per strada non cambia niente. La violenza è violenza sempre, quello che cambia è la chiarezza di intenti, il nostro essere scaltre e fortunate, l’avere accanto qualcuno che da subito ci da la forza necessaria.
Nel 1996, cioè un anno prima Asia Argento fosse molestata da Weinstein, in Italia lo stupro era diventato un crimine contro la persona e non solo contro la morale. Siamo negli anni in cui un marito non può violentare sua moglie, perché è sua moglie, e non una donna indipendente che può scegliere di dire no. Sembrano tempi lontani, ma risalgono solo a qualche decennio fa.
Non volete combattere al fianco di Asia Argento perché non riuscite ad immedesimarvi? Va benissimo, ma non occorre andare dall’altro lato. Sarebbe bello che tutto fosse bianco o nero, che il mondo si dividesse in brave persone e orchi, sante e puttane, giusto e sbagliato, ma non è così. L’unica cosa che possiamo fare noi è smetterla di giudicare tutto e tutti. Restare umani. Sempre.
Riproduzione riservata © 2024 - PB