Femme fatales, esotismo, trasparenze ed equilibrio suggestivo delle forme e dei decori, sono solo un’infima parte delle sensazioni suggerite dalle opere raccolte nel percorso della mostra parigina “Désirs & Volupté à l’époque victorienne”, punta i diamante dell’offerta culturale autunnale del Musée Jacquemart André.
Otto sale per immergersi nelle inebrianti cascate floreali intrise di sentori mortali, che affondano le acquatiche radici nel desiderio d’antico (sala 1) che si ripercuote ben al di là dei limiti della semplice moda anima le tele di Sir Lawrence Alma-Tadema e Edwin L. Long, e nelle immagini di bellezza classiche (sala 2) di Frederic Leighton e Albert Moore. Proponendo un vero e proprio excursus che passa per i modelli (sala 3) di Burne-Jones, per le crudeli seduttrici (sala 4) di Waterhouse e Payne e per le eroine angelicate (sala 5) dei preraffaelliti, fino alla suprema armonia onirica (sala 6) che si realizza pienamente solo nel sogno. Un culto della bellezza (sala 8) che concede alla voluttà del corpo (sala 7) buona parte dei suoi estatici poteri.

Elegantemente vestita e comodamente istallata in un magnifico decoro, la donna sfugge al quotidiano attraverso il sogno e la passione amorosa. I temi del dolore d’amore, dell’attesa e della malinconia offrono agli artisti il modo di associare poesia e pittura scegliendo per le proprie opere titoli tratti da citazioni shakespeariane o di poeti contemporanei.

Icone femminili che sposano le sembianze di eroine, muse, personaggi sia storici che, più spesso, leggendari, e stracciano gli stretti confini moralisti imposti dalla rigidità vittoriana. Eppure anche questa libertà idealizzata paga lo scotto di un necessario escamotage stilistico che lascia spazio ad una crudeltà nascosta. Dietro tali la realtà si possono già scorgere i profili di quell’emancipazione femminile in marcia, che avrebbe travolto l’Inghilterra e il mondo intero.

Via | desirs-volupte.com

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ultimo aggiornamento: 17-09-2013