Artemisia Gentileschi è l’artista sulla quale richiamiamo la vostra attenzione proprio oggi, 25 novembre 2013, Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Ma la Gentileschi, vittima essa stessa all’età di diciotto anni, non è una scelta dettata unicamente dall’opportunità, seppur altamente simbolica e diretta al nobile scopo di sostenere la lotta contro una realtà ancora troppo diffusa e in gran parte sommersa. Artemisia, passione incarnata e volto amico delle nostre pagine sulle quali è già apparso anche di recente, in occasione della grande mostra dedicatale dal Palazzo Blu di Pisa in primavera.

E poi ancora Artemisia, figlia d’arte, pittrice di talento costretta a sgomitare, come accade ancora oggi, per farsi spazio in un mondo dominato dagli uomini e profondamente ostile alla presenza femminile dall’altra parte della tela. Quello spazio bianco che lei si ostina a riempire con corpi, cromatismi densi che riprendono le più oscure tensioni seicentesche, sulla via tracciata dal Caravaggio e prendono vita e volume oltre la doppia dimensione in un’espressione che ha la forza dell’amore che la contraddistingue.

Artemisia anche nel documentario in apertura, prodotto da Stargazer Arts e accompagnato dalle note del Concerto per due violini in DO Minore, BWV 1043: I. Vivace. Un piccolo sforzo per abituarsi all’accento e scoprire alcuni aspetti della vita di un’artista che ritraeva se stessa nelle vesti di Allegoria dell’Arte che praticava e adorava in punta di pennello.

Nell’immagine Artemisia Gentileschi, Autoritratto in Allegoria della Pittura, 1638-9, olio su tela, 96.5 × 73.7 cm, Royal Collection, Windsor, da commons.wikimedia.org

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ultimo aggiornamento: 25-11-2013