L’orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli che tra noi non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità – reale o immaginaria – che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vana. L’orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.

Lo scriveva 200 anni fa Jane Austen, una delle scrittrici più amate di tutti i tempi che, insieme al suo romanzo “Orgoglio e Pregiudizio”, è indelebile icona di un mondo oramai desueto ma che ha saputo magistralmente radicarsi nei tempi e risultare, così, attuale ancora oggi.

Vi siete mai chieste come mai, passati ben due secoli dalla pubblicazione delle vicissitudini della volitiva Elizabeth Bennet e del fascinoso Mr. Darcy, c’è ancora chi sospira leggendo (e rileggendo!) un romanzo ambientato in un periodo che non dovrebbe avere nulla in comune con quello in cui viviamo attualmente? Sarà merito della scrittura magistrale, della storia avvincente, dei protagonisti impossibili da non amare, di Helen Fielding che con il suo “Diario di Bridget Jones” ha rispolverato nomi e caratteri, della mai tramontata voglia di romanticismo o, ancora, di situazioni e personaggi che sono attuali tutt’oggi?

I motivi per i quali ancora oggi ha senso rileggere la Austen, e soprattutto quello che è probabilmente il suo romanzo più noto, possono essere tanti e, ovviamente, ognuno ha i suoi. Se dovessimo però scegliere quelli probabilmente più condivisi e condivisibili, non possiamo fare a meno di pensare a quanto sia ancora attuale il suo modo di concepire storie.

Solitamente in un romanzo, da uno scrittore, ci si aspetta “il messaggio”, ciò che è contenuto tra le parole scritte e che si ritrova tradotto dai pensieri di colei o colui che le ha messe su carta. La Austen, su tutti, regala sensazioni di equilibrio, buon senso, uso misurato e pungente dell’ironia, controllo sulle passioni e su come l’integrità morale sia universale e importante.

Ecco, probabilmente, il motivo per il quale la scrittrice è per molti lettori ancora attuale. In un mondo che ha perduto la maggior parte dei punti di riferimento utili a vivere meglio, che è scortese indiscreto e volgare e nel quale ancora oggi si cercano messaggi di equilibrio e di comportamento morale, un romanzo ben scritto può aiutare a trovare qualcosa di ciò che si è perso, ad apprezzare tramite una scrittura sempre viva, agile e ironica, dei punti di riferimento diversi, meno piatti e appiattiti.

Paradossalmente gli arguti dialoghi, benché siano stati cogitati nell’ottocento, non risultano mai noiosi, didattici, retorici o trasudanti inutili moralità. Tenendo conto, poi, di come la Austen riesca a porre i suoi personaggi e gli avvenimenti narrati in diretto contatto con il lettore: lei stessa non interviene, se non raramente, per commentare.

E voi, se l’amate e continuate a leggere, rileggere e a consigliare i suoi romanzi, perché pensate che Jane Austen sia ancora attuale dopo 200 anni?

Foto | Facebook, Il Club di Jane Austen

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ultimo aggiornamento: 28-01-2013