Felice Casorati. Collezioni e mostre tra Europa e Americhe è un titolo che lascia immaginare mondi esotici da avventurieri dell’arte. Il titolo è quello della mostra che si inaugurerà dal 25 ottobre 2014 all’ 1 febbraio 2015 presso la Fondazione Ferrero di Alba e curata da Giorgina Bertolino sull’artista novecentesco Felice Casorati. Saranno esposte ben sessantacinque opere, alcune inedite per l’Italia, di cui quaranta prestate da musei e istituzioni nazionali come la Gam di Torino, il Museo del Novecento di Milano e la Gnam di Roma e internazionali.

L’allestimento così come la scelta delle opere avrà carattere scientifico, risponderà cioè alla cronologia delle esposizioni di Casorati e privilegerà i dipinti scelti dallo stesso per le mostre internazionali. Casorati, infatti famoso all’interno dei confini italiani, venne chiamato in tutto il mondo a realizzare mostre personali, dal 1907 agli anni 60 prima della sua morte. Le dodici Biennali dal 1907 a cui ha partecipato Casorati, rappresentano il filo conduttore per narrare l’arte del pittore che evidenziano però un rapporto conflittuale con un evento internazionale come quello veneziano.Opere, o gruppi di opere, testimonieranno la propensione di Casorati per l’arte plastica, senza mai arrivare ad un plasticismo definito che non si adattasse sia alla pittura che alla grafica. In mostra troverete grazie al prestito della Gam di Torino inediti disegni preparatori e bozzetti.

Dalla Biennale d’esordio del 1907 dove presentò il Ritratto della sorella Elvira, a Le ereditiere (MART, Rovereto ? Collezione VAF-Stiftung), esposto alla Biennale veneziana del 1910, fino alla Madre (Neue Nationalgalerie degli Staatliche Museen di Berlino), esposta alla XIV Biennale di Venezia del 1924: diciassette anni in cui lo stile di Casorati segue una meditata evoluzione. Da uno stile ispirato alla Secessione, dall’anatomia espressionista, all’ adesione al gruppo dei Ribelli di Cà Pesaro (Gruppo Novecento) e al rifiuto della Biennale 1920. Fu questa l’occasione in cui attraverso lo studio di Cezanne, elaborò uno stile personale, senza dimenticare la tradizione: ordinato in regole spaziali ben precise, realista, ma poetico, ispirato dalla musica (Casorati era un appassionato musicista) come nell’opera Beethoven (1928, scelto per la locandina della mostra) e dalla poesia.

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Ai ritratti dedicati alla moglie Daphne Maugham, al mecenate Riccardo Gualino e ai suoi familiari Casorati dà un’aria celebrativa, ad amici e parenti. Ce ne dimentichiamo dal ’28 in poi, quando inizia la ricerca di un più libero segno, meno malinconico e più intriso di colore ed emozione. La Venere Bionda del ’33 (Centre Pompidou, Parigi), esposta nel 1937 nel Padiglione italiano dell’Exposition internationale di Parigi e acquisita dallo Stato francese nel 1938, proviene da una lunga tradizione di dolci fanciulle sopite. Casorati non aggiunge spudorate innovazioni se non per il silenzio delle cose che anche Giorgio Morandi sapeva far parlare le semplici cose.

Foto| WindoWeb, archiviodistatotorino, e Fondazione Ferrero

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ultimo aggiornamento: 30-06-2014