Protagonista di questa singolare ricerca sui materiali è l’artista di Tokyo Tokushige Hideki, che come un meticolossissimo artigiano dà vita alle sue composizioni floreali – Honebana, utilizzando ossa di topolino.
Il lavoro dello scultore giapponese comincia proprio dal delicatissimo processo di trasformazione dei roditori deceduti. Le carcasse dei bianchi roditori devono essere infatti congelate per garantire un perfetto distacco della carne dalle ossa. Decine di fiori prendono forma, tra questi il loto, il giglio, il dente di leone e le ortensie. Una volta che questa operazione è compiuta, Hideki assembla i suoi capolavori e poi li fotografa per immortalarli.

Subito dopo, per portare a termine un rituale antico quanto la vita sulla terra, fracassa le sculture e seppellisce le ossa nel terreno.
L’idea della caducità della vita umana, il continuo processo di invecchiamento, trasformazione e rinascita della materia, il fiore come segno tangibile dell’effimera bellezza che appassisce in un giorno e poi viene restituito alla terra.
Avvicinandosi sembra che questi Honebana siano creati utilizzando carta finemente piegata o ricami in pizzo, in realtà si tratta dei piccolissimi topini bianchi venduti nei negozi di animali e utilizzati per nutrire i rettili. Per ogni pezzo che Hideki crea sono necessarie a volte centinaia di ossa minuscole, raccolte nel corso di settimane di lavoro.

Tokushige Hideki – Honebana

Tokushige Hideki - Honebana


Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana
Tokushige Hideki - Honebana

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ultimo aggiornamento: 24-06-2013