Il video odierno ci permette di ammirare la Ferrari LaFerrari, la McLaren P1 e la Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse, in occasione di un’uscita collettiva a Parigi. Gli stessi esemplari si sono resi protagonisti di analoghe sortite a Londra e Cannes. Giungono dal Qatar e appartengono alla stessa persona. Scopriamo insieme queste creature.

Ferrari LaFerrari

LaFerrari appartiene alla stirpe delle “rosse” più affascinanti di tutti i tempi, ma si orienta al futuro più di ogni altra. Il design della carrozzeria sposta in avanti le lancette del tempo, esplorando un mondo sconosciuto, fatto di futurismo ed efficienza. Sembra un’astronave, ma si connette in modo brillante alla tradizione del mito.

Massima sintesi del know-how acquisito nel mondo dei Gran Premi, questa inimitabile perla offre prestazioni estreme, mai raggiunte prima nella storia del marchio, grazie alle soluzioni tecniche più avanzate che, in futuro, potranno trovare applicazione su tutta la gamma. E’ la prima opera di Maranello ad adottare la tecnologia ibrida, con motore termico V12 da 800 CV e motore elettrico da 120 Kw (163 CV), per una potenza complessiva di oltre 960 CV.

Grazie all’HY-KERS, derivato dall’esperienza in Formula 1, è la Ferrari più prestazionale e efficiente di sempre. L’applicazione del sistema, sperimentato sui campi di gara ed evoluto specificamente per l’utilizzo stradale, garantisce la perfetta integrazione tra il V12 e il motore elettrico, coniugando senza soluzione di continuità i vantaggi delle due propulsioni, senza incidere in alcun modo sulle dimensioni della vettura, né sul passo, contribuendo anzi ad abbassarne il baricentro.

Il motore elettrico principale è accoppiato in coda al cambio a doppia frizione. E’ inoltre presente un motore elettrico ausiliario che sostituisce l’alternatore tradizionale, risparmiando in questo modo peso e contenendo i volumi. Le batterie vengono ricaricate in diversi modi: durante le frenate, perfino in quelle particolarmente intense dove interviene l’ABS, condizione tipica della pista, e ogni volta che il motore termico produce coppia in eccesso, come ad esempio durante la percorrenza di una curva, che invece di disperdersi viene recuperata.

In tema di transfer tecnologico dal Circus, un’area di collaborazione strettissima, quasi simbiotica, è stata quella della progettazione e realizzazione del telaio. Un team composto da ingegneri e tecnici della Scuderia e della Direzione tecnica GT ha lavorato sin dalla prima fasi avvalendosi del contributo di Rory Bryne, progettista di monoposto vincenti del “cavallino rampante” a cavallo tra gli anni ’90 e 2000.

L’impiego dei materiali compositi è stato gestito in modo oculato, usando le combinazioni più raffinate, per garantire la massima leggerezza insieme alla più grande robustezza. Straordinaria l’efficienza dinamica, anche grazie all’aerodinamica attiva. La complessa elettronica, che sovrintende tutti i sistemi, fa il resto. Tutte queste meraviglie si traducono in un ritmo operativo di riferimento, che non ha eguali.

McLaren P1

Questa supercar esprime il suo temperamento con una linea sinuosa ed estrema, votata al culto dell’aerodinamica, che gioca un ruolo fondamentale quando si vogliono raggiungere le vette prestazionali.

Spinta da un V8 biturbo da 3.8 litri, abbinato a un motore elettrico di grande efficacia, è in grado di sprigionare una potenza complessiva di 916 cavalli, garantendo alta coppia motrice ai regimi più bassi e forte contenimento delle emissioni di CO2, per un rapporto più felice con la natura.

Il peso è maggiore rispetto alla vecchia F1, che sostituisce idealmente, ma le prestazioni sono di livello ancora più alto, anche in termini di handling. Solo in circuito si possono raggiungere i suoi limiti, con il supporto di un’aderenza adeguata al rango del prodotto, che vanta freni di ottima efficacia, per contrastare le velocità che si raggiungono in pochi secondi. Questa vettura ha debuttato in occasione del mezzo secolo di attività del marchio britannico.

Le cifre sono di stampo corsaiolo: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2”8, da 0 a 200 km/h in 6”8, da 0 a 300 km/h in 16”5 (5.5 secondi in meno dell’iconica F1, che l’ha preceduta idealmente in listino).

E’ limitata elettronicamente a 350 km/h la velocità massima, mente la frenata da 100 km/h a zero richiede soli 30.2 metri, un valore che la dice lunga sulla sua capacità di decelerazione. Con questi dati si conferma il profilo dinamico, particolarmente energico, della creatura britannica, spinta da un motore ibrido, con unità termica V8 biturbo da 3.8 litri abbinata a un propulsore elettrico. Nel ciclo combinato le sue emissioni di CO2 sono di 194 g/km.

Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse

La Grand Sport Vitesse è una vettura che sfida le categorie convenzionali e trasuda carisma da ogni centimetro di carrozzeria. Si tratta della convertibile più veloce del pianeta, per elargire i brividi della guida all’aria aperta. Solo 150 gli esemplari previsti per questo modello targa, con tetto completamente rimovibile in policarbonato.

Ricordiamo che il debutto della Veyron fu spostato a più riprese, per le complicazioni di un progetto estremamente ambizioso. Quando Ferdinand Piech, boss del gruppo Volkswagen, espresse il desiderio di creare un’auto da 400 km/h, in pochi gli diedero credito. Alcuni maligni sussurrarono che un’avventura del genere avrebbe avuto implicazioni negative sul bilancio della holding.

In effetti il lavoro si rivelò più duro del previsto e i tecnici faticarono molto per mettere a punto un modello che si proiettava in una nuova dimensione, mai esplorata prima. I cambiamenti in corso d’opera e i numerosi rinvii rischiarono di pesare come un macigno sull’immagine del costruttore. All’origine della tormentata trafila i problemi di messa a punto del nuovo strumento di guerra. I col-laudi sembravano non finire mai e le presentazioni alla stampa venivano spesso rinviate.

Le ripercussioni di un flop avrebbero avuto proporzioni bibliche, ma la difficoltà emerse erano già bastate a scatenare l’ironia di tanti. Solo un risultato straordinario poteva cancellare le infelici premesse. Piech lo sapeva e non si tirò indietro, anzi spinse i suoi a fare gli straordinari. Alla fine il prodigio giunse a compimento e la Veyron venne svelata al pubblico, stordito dalle sue innovazioni. Le prime prove della stampa vennero effettuate in Sicilia nel 2005, sul circuito della Targa Florio, per annunciare a tutti che gli autori erano sicuri del fatto loro.

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ultimo aggiornamento: 25-11-2014