[blogo-gallery id=”249327″ layout=”photostory” title=”Manuel Bozzi gioielli: l’arte del saper fare, l’intervista” slug=”manuel-bozzi-gioielli-larte-del-saper-fare-lintervista” id=”249327″ total_images=”7″ photo=”0,1,2,3,4,5,6″]

Un’esclusiva linea di gioielli quella realizzata da Manuel Bozzi, che nasce dall’estro creativo e dallo spirito imprenditoriale del suo designer, di cui porta il nome. Nato nel 1973 a Pisa, Manuel segue una formazione artistica poliedrica: dal teatro alla scultura passando per la pittura e l’artigianato antico, fino a intraprendere la strada maestra dell’oreficeria seguendo gli insegnamenti della madre, l’artista Lydia Nissim.

Il singolare talento di Manuel Bozzi viene scoperto dai geniali stilisti francesi Marithè e François Girbaud con i quali il giovane designer inizia nel 2000 una importante collaborazione. Proprio la griffe francese gli affida il prestigioso compito di creare accessori e gioielli facendoli sfilare sulle principali passerelle del mondo. Le collaborazioni si moltiplicano fino a quando, nel 2002, Manuel decide di dar vita a gioielli firmati col suo nome e di fondare, insieme al suo storico socio Luigi Ranchelli, la loro società: CLAN BANLIEUE.

La collezione Manuel Bozzi suscita sin dal suo debutto parigino un incredibile interesse nei buyer mondiali, oggi le creazioni di Manuel sono presenti nelle più esclusive boutique del mondo così come nelle più pregiate gioiellerie. I gioielli di Manuel Bozzi sono disegnati, creati e prodotti artigianalmente tutti in Italia. Vincitore del Young Designers Award come “Best Accessories Designer”, Manuel Bozzi crea gioielli che sono espressione di un Made in Italy di qualità ed estrema cura del dettaglio. Per la maggior parte unisex, le creazioni di Manuel riescono facilmente a combinare il lato femminile e quello maschile in un unico perfetto mix di grintoso romanticismo. Su Deluxeblog l’intervista a Manuel con cui abbiamo parlato di Made in italy e “l’amore per le cose fatte bene”.

Dove ha inizio questa storia di successo artigianale tutta Made in Italy?

In tutta franchezza? Dalle pitture rupestri in poi! Ovvero da sempre, la storia ci dimostra che il Made in Italy è apprezzato dall’alba del mondo ai giorni nostri. Sono un profondo e convinto sostenitore del “fatto a mano”, nel nostro laboratorio io e Luigi, il mio socio, lavoriamo con le stesse tecniche di Benvenuto Cellini. Credetemi, sul banco da incastonatore Luigi utilizza ancora uno strumento primitivo: proietta la luce sulla stecca di lavoro per mezzo di un fiasco colmo d’acqua proprio come avveniva nelle antiche botteghe artigiane. Io stesso ho usato per 15 anni il trapano a palla, strumento ancora più antico che adesso però riposa in un cassetto!

In cosa si riconosce un autentico prodotto Manuel Bozzi?

Spero che si riconosca “l’amore per le cose fatte bene”, la cura dei dettagli e soprattutto il peso. Difficilmente realizzo gioielli leggeri al tatto, dei metalli preziosi adoro il volume ed il peso.

Ci dice tre valori “Made in Italy” che la Sua azienda traspone nei prodotti e in cosa possiamo rintracciare l’eccellenza di una produzione tutta italiana.

Correttezza, dedizione, ricerca stilistica, tutte imprescindibili. La ricetta del Made in Italy è semplice ma il know-how non basta, bisogna essere coerenti.

In che modo la Sua Azienda concilia la tradizione del Made in Italy con l’innovazione e l’arte del saper fare.

Avviene tutto in maniera naturale, direi che si conciliano spontaneamente. Sono un amante della tecnologia e questo mi aiuta parecchio. L’innovazione è importante e se viene supportata proprio dal “saper fare” il risultato è credibile e come ho detto coerente con la missione.

Il Made in Italy inteso come tradizione di eccellenza tutta italiana, può avere un ruolo nel rilancio economico della nostra nazione?

Senz’altro, anzi è fondamentale. Faccio un’enorme fatica a trovare collaboratori che conoscano i segreti del mestiere, è difficile trovare chi lavora ancora con le mani, con la tradizionale artigianalità italiana. Su questo dobbiamo puntare. Ormai ricevo solo curricula di “designer 3D”…poi gli chiedi a che temperatura fonde l’oro e iniziano a balbettare. Il mestiere passa di mano in mano, di bocca in bocca e di cuore in cuore. Purtroppo ormai di artigianale si trovano solo i mercatini a bordo strada che fanno solo tristezza. In un piano di rilancio economico questi aspetti vanno valutati e bisognerebbe investirci, purtroppo non è così.

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ultimo aggiornamento: 20-07-2015