Marina Abramovi? ha iniziato la sua attività tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta ed è conosciuta principalmente per le sue performance artistiche tra cui la sua più nota, “The artist is present” (2010).
Il MoMA di New York in quell’anno infatti ha tenuto una grande retrospettiva a lei dedicata – dal 14 marzo al 31 maggio – e all’interno della mostra era compresa la performance “The artist is present”.
Abramovi? è stata seduta nell’atrio del museo su una sedia – con davanti un tavolo e una seconda sedia vuota – dall’orario di apertura all’orario di chiusura, per un totale di 736 ore e 30 minuti, in silenzio, quasi immobile, e gli spettatori potevano a turno sedersi di fronte a lei. L’artista ha indossato nel corso dei mesi abiti di colore diverso, a simboleggiare le fasi della preparazione della faticosa performance.
Il momento più commovente, ripreso anche all’interno del documentario del 2012 “The artist is present” diretto da Matthew Akers e Jeff Dupre, è stato senza ombra di dubbio l’incontro con Ulay.
Marina Abramovi? e Ulay
Ulay (nome d’arte di Frank Uwe Laysiepen), che tra il 1976 e il 1989 è stato compagno di vita e compagno artistico di Marina Abramovi?, ha fatto un’apparizione a sorpresa durante la serata di apertura della mostra.
La loro ultima performance insieme risaliva al 1988, una sorta di viaggio spirituale per la fine alla loro relazione. Marina e Ulay hanno camminato lungo la Grande muraglia cinese, partendo dalle due estremità opposte (Ulay dal deserto del Gobi e Marina dal Mar Giallo, per un tragitto di 2500 km ciascuno), per incontrarsi alla fine nel mezzo e dirsi definitivamente addio.
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